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Il pianeta che speriamo
Monsignor Paolo Razzauti, insieme a Monica Mannucci e al vescovo Simone sono i delegati della diocesi di Livorno presenti alla Settimana Sociale a Taranto. Arrivati ieri pomeriggio, inizia oggi il racconto con le impressioni a caldo su questo appuntamento della Chiesa Italiana: don Paolo sarà il nostro inviato riportando riflessioni e resoconti che pubblicheremo su queste pagine. Ecco il primo pensiero
Iniziata la settimana sociale della Chiesa italiana. Un grande messaggio del Papa, rimarcare nell’intervento del cardinale Bassetti che si è rivolto soprattutto ai giovani, invitandoli a non rassegnarsi ma a portare in Italia la profezia dell’alzarsi ed andare. Sono presenti 224 diocesi; un convenire che dovrà riflettere sul ” Pianeta che speriamo” aggiungerei che dobbiamo volere, volere cambiato per il bene comune della gente. Il ministro Giovannini ha ricordato che è importante fare rete e non parlare più in termini di “io” quanto piuttosto in termini di “noi”. La delegazione diocesana porta a Taranto i problemi della città ed in particolare la situazione dei lavoratori dell’Eni; forse oggi sarà possibile prendere contatti per aiutare i lavoratori della raffineria livornese.
il video https://www.youtube.com/watch?v=HNJoIWTP3lQ
Giovanna Iannantuoni, economista e rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. La speranza deve essere l’eredità che lasciamo. Dobbiamo continuare a sperare per un mondo dove si facciano esperienze di rinnovamento ecologico.
Le esperienze che vengono esposte sono un grande stimolo per lavorare, progettare. Tutti, anche i non credenti, stanno dicendo che la Chiesa è l’unica a poter sostenere il cambiamento ecologico, è la vera struttura che può raggiungere la maggioranza delle persone. Tutti i relatori stanno esaltando il lavoro di Papa Francesco, che è colui che ha dato una grande svolta al cambiamento ecologico. Noi come chiesa dobbiamo comprendere che la salvaguardia della terra è la salvaguardia della persona. Coloro che sono riusciti a fare progetti concreti è perché sono riusciti a fare rete tra le diverse realtà del territorio. Anche a Livorno dovremmo sforzarci maggiormente a creare questa rete.
don Paolo Razzauti
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