Il Papa: «Il sesso è un dono di Dio, lussuria e pornografia lo minano»

Il cristianesimo non è sessuofobo, ma fin dal tempo degli antichi Padri ha insegnato che, «dopo la gola, il secondo “demone” che sta sempre accovacciato alla porta del cuore è quello della lussuria, chiamato in greco porneia». Pertanto «il piacere sessuale è minato dalla pornografia: soddisfacimento senza relazione che può generare forme di dipendenza». Lo ha detto il Papa oggi, 17 gennaio nella catechesi del mercoledì dedicata appunto al vizio capitale della lussuria.

«Nel cristianesimo – ha spiegato Francesco – non c’è una condanna dell’istinto sessuale. Un libro della Bibbia, il Cantico dei Cantici, è uno stupendo poema d’amore tra due fidanzati. Tuttavia, questa dimensione così bella della nostra umanità non è esente da pericoli. In sostanza, la lussuria è «dopo la gola, il secondo “demone” che sta sempre accovacciato alla porta del cuore». E «mentre la gola è la voracità nei confronti del cibo, questo secondo vizio è una sorta di “voracità” verso un’altra persona, cioè il legame avvelenato che gli esseri umani intrattengono tra di loro, specialmente nella sfera della sessualità». Bisogna guardarsi dunque da «una gestione malsana della sfera sessuale», perché la lussuria può avere conseguenze molto negative «anzitutto perché devasta le relazioni tra le persone». Con un riferimento implicito ai femminicidi il Papa ha infatti proseguito: «Per documentare una realtà del genere è sufficiente purtroppo la cronaca di tutti giorni. Quante relazioni iniziate nel migliore dei modi si sono poi mutate in relazioni tossiche, di possesso dell’altro, prive di rispetto e del senso del limite? Sono amori in cui è mancata la castità: virtù che non va confusa con l’astinenza sessuale, bensì con la volontà di non possedere mai l’altro».

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