Il Padre che veglia

Da molti anni ormai don Paolini guida gli incontri mensili di meditazione e preghiera, che quest’anno si sono svolti nell’accogliente Istituto Sacro Cuore di via Cecconi; la diversità degli argomenti presentati nel tempo ha suggerito, in vario modo, una conoscenza sempre più profonda e personale del Signore Gesù. Quest’anno la prospettiva è stata diversa: la figura del Padre come la presenta il vangelo di Matteo. Con grande padronanza, ma senza appesantire il discorso, egli ha messo in luce i passi in cui l’evangelista fa riferimento al Padre, in forma diretta o indiretta, con tutto il significato che questo sguardo lungimirante implica.

Un percorso potremmo dire fatto da tanti sentieri convergenti: dal prendere coscienza di un’intimità, una conoscenza tra Padre e Figlio che si comunica ai credenti, al Discorso del Monte nelle sue varie componenti: le Beatitudini, l’invito ad essere quel sale e quella luce per cui si ringrazia il Padre, e infine ad essere perfetti come il Padre…. il Padre nostro, e l’abbandono del credente a Dio nelle vicende quotidiane. Altro tema forte sono state le parabole del Regno – il seminatore, il granello di senape, il tesoro prezioso – che attraverso un linguaggio dimesso introducono gli uomini al modo di vivere che discende dal Padre; una prospettiva inattesa è stata quella dei “piccoli” e dei “fratelli” – secondo lo sguardo del Padre sull’umanità – per giungere all’esortazione incalzante al perdono, segno e riflesso della misericordia di Dio. Infine due momenti forti e decisivi nella rivelazione del rapporto di Gesù con il Padre, la Trasfigurazione e la Passione. Proprio in quest’ultima, nell’apparente assenza di Dio, la relazione del Figlio con il Padre si fa più forte e  manifesta ai discepoli la pienezza dell’amore.

Anche il Figlio acquista la sua piena consistenza in relazione al Padre, perché l’incarnazione nasce, procede dal Padre e lo coinvolge fino in fondo. Tante false immagini di Dio guardano al Padre come ad un giudice severo, esigente. Non di rado la religiosità cristiana è alla ricerca di un premio o teme un castigo, quando non vede Dio come distributore di grazie.

I vangeli ci rivelano sempre di più il “Padre del Signore nostro Gesù Cristo”, come lo definisce san Paolo, con un volto di benevolenza e di compassione, sollecito della salvezza del mondo e profondamente coinvolto nella sofferenza umana. Un’immagine di Dio che nelle pieghe del vangelo di Matteo emerge  costantemente, e rivela una prospettiva essenziale  per la vita dello spirito, attraversando le pagine della predicazione (discorsi o parabole)e della passione.

Questi tratti della nostra fede hanno bisogno di essere scoperti e assimilati. Gesù salvatore viene capito nella sua vera luce nella relazione pulsante col Padre, ed invita ognuno di noi ad entrare in questa circolarità di amore donata gratuitamente a quanti si fanno piccoli, poveri in spirito, e diventano fratelli fra loro.