Il mondo ha sempre più fame

Il mondo ha sempre più fame. È questa la principale conclusione del Rapporto sullo stato dell’insicurezza alimentare nel mondo, pubblicato il 13 luglio dalle Nazioni Unite. Il Rapporto SOFI – State of Food Insecurity è da molti anni la fonte più autorevole su quanti abitanti del nostro Pianeta non hanno ogni giorno abbastanza di che nutrirsi, un trend che dal 2014 sta aumentando in termini numerici e in proporzione alla popolazione mondiale.

Nel 2019 erano circa 690 milioni le personeche vivevano la fame come realtà quotidiana, ovvero l’8,9% della popolazione mondiale, mentre erano oltre 2 miliardi, il 25,9% della popolazione mondiale, le persone costrette a mangiare meno del necessario e a mangiare cibi con un valore calorico meno dell’indispensabile.L’obiettivo 2 degli SDGs(obiettivi di sviluppo sostenibile)“Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile” entro il 2030 si allontana sempre di più.

Il tema della fame è il primo affrontato dalla Campagna “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” che Caritas Italiana e FOCSIV hanno lanciato lo scorso 8 luglio. La diffusione del COVID19, e le misure di blocco adottate hanno reso questa situazione ancora più drammatica e le conseguenzedellapandemia hannocausatounaumentodellediseguaglianzeeunadrasticadiminuzionedellerisorseessenzialiperlasopravvivenza.

Sempre il rapporto SOFI, stando ad una prima valutazione, indica come la pandemia potrebbe aggiungere tra 83 e 132 milioni di persone al numero totale di denutriti nel mondo entro la fine del 2020 a seconda dell’andamento dell’economia mondiale. Una pandemia ben peggiore di quella sanitaria, una pandemia della fame, che le stesse stime non riescono a disegnare e a rendere così reale come si sta evidenziando.

Al momento possiamo avere solo una vaga idea del dramma che sta investendol’intero Pianeta: quello degli ultimi e degli invisibili, le cui vite neppure rientrano nelle statistiche ufficiali. È ancora presto misurare il reale impatto di quanto è avvenuto e sta avvenendo, nei Paesi del ‘sud globale’, ma anchenelle nostre società ricche e industrializzate. Il grande paradosso è che, come evidenziatonegli ultimi anni, con la fame aumenta anche l’obesità, in particolare quella degli adulti in tutte le regioni del mondo. Si tratta di una ‘piccola’ contraddizione, oppure di un sintomo preciso di una disfunzionalità del sistema?

La fame non è stata causata dalla pandemia, ma questa ultima rende ancora più evidenti le contraddizioni del mondo nel quale viviamo. La fame non è mai un eventoaccidentale provocato dalla mancanza di cibo e di risorse, la realtà è che è la conseguenza della iniqua distribuzione e del cattivo uso del cibo e delle risorse. La vera riforma non dovrebbe essere quella dell’indiscriminato aumento della produzione, ma il frutto di un cambiamento radicale della gestione delle risorse e delle filiere alimentari, della valorizzazione dell’agricoltura legata ai territori e di quella familiare, sistemi di piccola scala. Sistemi che svolgono un ruolo imprescindibile per una gestione sostenibile del territorio, che già oggi produce il 70% del cibo disponibile sul Pianeta. Sono proprio quei piccoli contadini, tuttavia, che si trovano sempre più marginalizzati, espulsi dalla loro terra a causa del crescente fenomeno dell’accaparramento delle terre, il cosiddetto ‘land grabbing’. Liberare il mondo dalla fame si può e si deve. Ma questo è un obiettivo raggiungibile solo attraverso percorsi di giustizia, il rispetto delle persone, la cura per il Pianeta.

Sul sito della Campagna www.insiemepergliultimi.it, accanto a materiali di approfondimento e riflessione su questo tema, vengono proposti interventi nellevarieareedelmondodelleCaritasedeisociFOCSIV.

La campagna si avvale della partnership diAgenSIR,AgenziaDIRE,L’OsservatoreRomano,Avvenire,Famiglia Cristiana, FISC– FederazioneItalianaSettimanaliCattolici,TV2000,RadioINBlu,Radio Vaticana,VaticanNewsediBancaEtica come partner finanziario.