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Il missionario laico ha speso la vita per gli ultimi e per il Vangelo
Biagio Conte ha chiuso gli occhi in pace, stamattina, accompagnato dalle preghiere nella Missione ‘Speranza e carità’ a Palermo, cullato da tutto l’amore che ha seminato, in favore degli ultimi, nella sua vita terrena, che adesso ritorna in forma di benedizione.
Il missionario laico che lottava da tempo contro una gravissima forma di tumore si è spento a 59 anni nella stanza-infermeria della Cittadella del povero e della speranza in via Decollati, una delle zone più difficili della città. Con lui c’erano i compagni di viaggio più fedeli e quelli che lui chiamava ‘i miei fratelli ultimi’, di cui scelse di occuparsi, dismettendo i panni del rampollo di una famiglia benestante e decidendo di sposarne la causa, condividendo ogni loro affanno. Don Pino Vitrano, il sacerdote che l’ha sempre accompagnato, celebrando una Messa che ha visto la presenza dello stesso fratel Biagio, nonostante la gravità delle sue condizioni di salute, qualche giorno fa, ricordava: «Dopo il primo pellegrinaggio ad Assisi, sulle orme di San Francesco, si dedicò ai poveri di Palermo. Una sera passò dalla stazione, vide persone che dormivano all’addiaccio. Tornò a casa, prese un thermos, un Vangelo, un sacco a pelo e li raggiunse. Ai suoi genitori disse semplicemente: “Ora so quello che il Signore vuole da me”. Poi fondò la Missione di via Archirafi».
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