Il mercoledì sera dei giovani vincenziani

Un pasto caldo a chi dorme alla stazione

Daniele, Giona, Stefano, Luca, Nicodemo, Caterina, Eva, Alessio, Valeria, Aurora, Ben, Fabrizio, Sabrina, Ginevra, Giorgio, Emma: sono questi i nomi dei giovanissimi, che ogni mercoledì sera portano del cibo caldo ai senza tetto. Accompagnati da suor Raffaella, Fabio e padre Francesco, una volta alla settimana, nel giorno in cui la Ronda della Carità non passa dai poveri che vivono alla stazione, ci pensano loro. Sono ragazzi che vanno dai 13 ai 18 anni; si ritrovano nei locali della parrocchia Seton, preparano tè, sistemano la zuppa preparata dalle suore; un momento di preghiera in cerchio e poi partenza verso la stazione.

Ci sistemiamo sotto la tensostruttura vicina al parcheggio delle bici – racconta Alessio – che è un po’ più protetta e ci sono le luci; portiamo il thermos con il tè e serviamo la zuppa a chi si avvicina. Gli operatori di Caritas anche loro fanno il giro e portano cornetti, latte e altro cibo raccolto nei vari bar e pasticcerie, noi abbiamo pensato di portare qualcosa di caldo, specialmente in questi giorni invernali.

Incrociamo quasi sempre una ventina di persone – continua Eva – ci sono tanti stranieri, ma anche italiani, anche qualche famiglia intera, che magari non vive proprio all’aperto, ma sa che passiamo e ci raggiunge per poter cenare con qualcosa di caldo. Molti si avvicinano, prendono il cibo e si allontanano, ma con qualcuno riusciamo anche a parlare, alcuni li conosciamo da più tempo; in questi 3 anni di servizio ne abbiamo incontrati tanti.

Il mercoledì dei giovani prende ispirazione dal carisma di S. Vincenzo de’ Paoli e dall’opera dei missionari e delle sorelle di carità che vivono sul territorio livornese. Alcuni di questi ragazzi, durante l’estate avevano vissuto un’esperienza forte a Trieste, incontrando i due coniugi che curano un progetto di accoglienza e cura dei migranti in Piazza della Libertà, dove arrivano persone da ogni dove. Un’esperienza che li ha toccati profondamente e che li aiuta anche in questo loro impegno settimanale.

Aiutare le persone mi arricchisce –rivela Aurora – e poi lo faccio insieme ai miei amici e questo è ancora più bello.

All’inizio – confida Valeria – è stato un po’ come accorgersi di qualcuno che fino a prima era invisibile, adesso faccio molto più caso a chi incontro per strada. Nel nostro piccolo – aggiunge Ginevra -diamo una mano a chi ha bisogno.

Quest’esperienza mi aiuta a mettermi un po’ nei panni di chi non ha niente – sottolinea Luca – alcune di queste persone che incontriamo alla stazione mi è capitato di incrociarle durante il giorno, ci siamo salutati e questo mi ha fatto piacere.

I giovani volontari del mercoledì sera hanno recentemente vinto anche un premio, il “Premio cuore”, un riconoscimento che in città viene dato a chi si prende cura dei più deboli. È stato un bel momento– tiene a precisare Giona – siamo stati premiati insieme ad altri volontari, ma è un servizio che facciamo con gioia, senza interesse; poter fare il bene è già un bel premio.