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Il Matrimonio: una scelta libera da ogni condizionamento
Nella cornice dall’Aula Magna della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze, si è recentemente svolto il Dies annualis del Tribunale Ecclesiastico Regionale Etrusco che ha sede a Firenze.
Nella circostanza dell’incontro annuale, che lo scorso anno fu annullato a motivo delle restrizioni governative causa Covid-19 e che quest’anno si è tenuto da remoto, è stato presentato il resoconto dell’attività del Tribunale Ecclesiastico, competente, nella Regione Toscana, per le cause di nullità matrimoniali.
All’incontro, presieduto dal Moderatore del Tribunale, il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, era presente Mons. Marco Pierazzi, Vicario Giudiziale del Tribunale e Mons. Roberto Malpelo, Direttore dell’Ufficio Giuridico della CEI. Nella relazione di Mons. Malpelo, oltre a descrive come in Italia sia stata applicata la nuova normativa di Papa Francesco, sulle nuove procedure delle cause di nullità matrimoniali, è stato fatto notare quanto ancora nelle nostre Diocesi sia necessario lavorare per creare ponti di prossimità tra i fedeli che hanno alle spalle un matrimonio canonico fallito ed i Tribunali ecclesiastici. La prossimità della comunità cristiana verso queste persone consiste nell’aiutarle a verificare la loro condizione di vita davanti a Dio e davanti alla Chiesa. È necessario rendere facilmente accessibili i luoghi dove si fanno le consulenze, al fine di verificare se vi siano i presupposti per avviare una causa di nullità. Inoltre è necessario ancora sfatare diversi tabù che impediscono i fedeli ad introdurre una causa di nullità, come ad esempio i tempi di durata delle cause ed i costi delle stesse. La prossimità della Chiesa verso queste persone, si concretizza in modo particolare nelle nostre parrocchie, dove ogni fedele deve sentirsi accolto, accompagnato spiritualmente e ricevere tutte le informazioni utili.
Nella relazione di Mons. Pierazzi, relativa all’attività del Tribunale per l’anno 2020, è emerso quanto la pandemia abbia penalizzato anche il lavoro del Tribunale. In Toscana sono state introdotte 142 cause di nullità; 122 presso il Tribunale Regionale con il rito del processo ordinario e 20 con il rito del processo più breve davanti al proprio Vescovo diocesano. Il numero è limitato ed inferiore agli anni passati e al potenziale dei matrimoni canonici ai quali è seguito il divorzio. Ciò non solo per la situazione pandemica, ma anche per il disinteresse di molti nell’avviare una causa di nullità ed il minor numero di matrimoni canonici che non vengono più celebrati da diversi decenni.
È stato anche fatto notare che, nel 2020, la frequenza dei capi di nullità, ovvero i motivi per i quali un matrimonio può essere dichiarato nullo, si è appiattita su soli tre capi rispetto ai molti possibili. Ciò è segno anche di una situazione sociale che ormai si è cristallizzata, non solo nella nostra Regione, ma un po’ in tutta Italia. La maggior parte dei matrimoni sono stati dichiarati nullo perché gli sposi non volevano figli dal loro matrimonio oppure perché si erano riservati della possibilità di poter sciogliere il vincolo con il divorzio. Inoltre diversi matrimoni sono stati dichiarati nulli a causa della grave discrezione di giudizio sui diritti e doveri matrimoniali. Questo capo di nullità riflette la condizione soggettiva di molte persone che si decidono per il matrimonio e che non sono in grado, al momento delle nozze, di emettere un valido consenso, in quanto la loro volontà e la loro libertà erano condizionate da alcune anomalie di natura psicologica. Spesso nella decisione per il matrimonio entrano in gioco alcuni fattori che non hanno niente a che vedere con la realizzazione di una comunità di amore e di vita come il matrimonio. Ci possono essere dei condizionamenti di natura emotiva, familiare, culturale o anche una visione distorta della fede e della morale, che limitano fortemente la libertà interna e la volontà.
La frequenza di questo capo di nullità nei nostri Tribunali ci deve far riflettere come operatori della pastorale familiare e come Pastori. Occorre rimodulare i percorsi di catecumenato al matrimonio anche in senso preventivo, facendo emergere la dimensione prettamente umana del matrimonio, quindi cristiana, quale scelta libera da ogni condizionamento.