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La custodia dei fratelli, più forte della pandemia. Da oggi la Chiesa italiana torna a raccontare se stessa nella nuova campagna di comunicazione della Cei. Il claim «C’è un Paese» vuole essere il filo rosso tra oltre 8mila progetti, in Italia e nei Paesi in via di sviluppo, resi possibili ogni anno dalle firme. Istantanee di una lunga fedeltà al Vangelo e al servizio del prossimo, di un’opera nazionale di restituzione di speranza. La serie di video-mosaico da 15 e da 30 secondi è funzionale a un ritratto collettivo: sacerdoti, volontari, cittadini raggiunti dagli interventi, che oggi sanno di trovare nella Chiesa un punto di riferimento anche nella crisi economica e occupazionale dei prossimi mesi. «I fotogrammi danno conto di una missione che non cambia nel tempo. È la stessa del passato, dà risposte alle necessità inedite del presente, e progetta il domani» spiega Massimo Monzio Compagnoni, nuovo responsabile del Serviziopromozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa e coordinatore della campagna media, succeduto dopo un mandato decennale a Matteo Calabresi. «La pandemia ci ha colpiti tutti, ha cambiato la sensibilità collettiva. È importante ora dare sia una prospettiva concreta, attraverso progetti che tanti potranno riconoscere, che valoriale. Anche chi è più lontano dalla Chiesa oggi può apprezzare e sostenere con la firma quest’accoglienza a braccia aperte, che dà man forte ai più fragili e non esclude nessuno». Segni particolari: «È una chiamata all’azione per chi vuole sostenere questi valori – prosegue Monzio Compagnoni – ed è una campagna positiva, che documenta la fiducia evangelica nel ricostruire sempre possibilità di vita e relazioni, oltre le difficoltà. Non solo la Chiesa è stata al fianco del suo popolo durante l’emergenza con i fondi 8xmille e la sua rete di solidarietà, ma sta continuando a progettare e a sognare per ricostruire il nostro futuro insieme». Nei filmati, diretti da Stefano Palombi, sarà possibile riconoscere – tra gli altri – oratori diffusi con doposcuola di qualità, come a Modica, nel Ragusano, «Crisci ranni» («diventa grande » in dialetto locale), che anche durante il lockdown ha accompagnato in remoto centinaia di ragazzi, puntando a ridurre la diseguaglianza e- ducativa. O «Casa Respiro» a Morgano ( Treviso) per persone affette da autismo o depressione, con i loro familiari: l’innovativo piano, tra oasi verde e laboratori artigiani, ne mette in luce i talenti, oltre la sofferenza psichica. Nei video anche opere come «Giro nonni» della Caritas di Rimini: oltre 20 volontari e 40 anziani raggiunti a domicilio nell’emergenza alimentare. Fino alle porte sempre aperte di «Villa Fiorita», casa rifugio per donne vittime di violenza. Progettata nella diocesi campana di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, firmata da tutti.
Per verificare in presa diretta le ricadute di questi interventi sul territorio viaggiano invece, sui social media, due format: «L’amore non si è fermato » con video girati dai volontari sui luoghi delle opere, e «Sotto la mascherina » dedicato ai valori del servire, che hanno guidato ogni progetto anche nei giorni del Covid.
Ovviamente il web è riferimento per la rendicontazione trasparente dell’utilizzo dei fondi: in evidenza quest’anno, sul sito istituzionale 8xmille. it, l’aggiornamento degli stanziamenti straordinari per l’emergenza Covid, disposti finora dalla Cei: fondi per 2.379 milioni di euro, provenienti da risorse 8xmille. E la nuova sezione «Firmo perché con le testimonianze dei contribuenti. Spazio aperto alle motivazioni di una scelta consapevole.