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Il libro di Luca Razzauti
Luca Razzauti, giovane laureato, autore di “X Fragile”, presenterà nei prossimi giorni la sua opera autobiografica alla libreria Feltrinelli. È la storia di un ragazzo che si trova a crescere con le difficoltà dell’handicap, ma con la forza di chi sa che può farcela anche di fronte ad avversità insormontabili perché c’è qualcuno che crede in lui.
“X Fragile”, non è solo il titolo del tuo libro ma un “compagno di viaggio” di tutta la tua vita. Che cosa significa per te questa parola?Chi mi conosce sa che non amo né le diagnosi cliniche né le etichette ma, in questo caso, devo dire che questa dicitura scientifica mi ha permesso di capire e soprattutto di poter far capire anche agli altri come potermi relazionare con il mondo circostante invece di rimanere isolato.Molti penseranno che non serva che io sia consapevole della mia condizione ma è invece fondamentale accettarsi per cercare di godere delle cose che la vita ci offre.Credo quindi che a me questa parola serva un po’ da presentazione iniziale, poi sta ai miei interlocutori decidere se andare oltre.
Raccontaci del tuo libro… di cosa parla e com’è natoIl libro parla di me. Del mio percorso di crescita che, come quello di ognuno di noi, è insieme simile e unico rispetto a quello di tutti gli altri. Il progetto di scrittura ha preso forma quando ho scelto di fare una tesi sulla costruzione di una sceneggiatura. A quel punto dovevo pensare ad una storia, ai personaggi, ad una ambientazione.In quel periodo stavo seguendo il corso di scrittura cinematografica con il prof. Ambrosini e, analizzando la scrittura del film Ovosodo di Virzì, Bruni e Scarpelli, mi ritrovai a pensare che non esistono storie banali se i protagonisti ne escono con dignità. Così ho deciso di provare a presentarmi ad un’assemblea allargata raccontando la mia storia che ha iniziato ad apparirmi abbastanza interessante perché parla comunque di una persona. Questo argomento secondo me è naturalmente veicolo di valori fondamentali, sempre degni di essere narrati.
Nonostante la tua sindrome sei riuscito a raggiungere tantissimi traguardi ed ottenere grandi soddisfazioni. Qual è stata la tua spinta principale?Non saprei di preciso. Con la sindrome ci sono nato, quindi non riesco ad immaginarmi diverso, questa è la mia condizione naturale. Ho sempre vissuto in mezzo alla gente, ho sempre apprezzato le cose belle che mi circondano e ho provato a reagire a quelle sgradevoli, inoltre ho provato a guardare oltre la mia persona. Ho desiderato vivere e comunicare, perché trovo che la comunicazione sia una delle peculiarità della condizione umana. Questo, unito alle mie caratteristiche, forse mi ha aiutato a sentire meno la fatica del cammino che mi ha condotto alla scrittura.
Parli di antieroe… ma sei sicuro di non essere proprio il contrario?Sicurissimo. Gli eroi compiono imprese eclatanti, io ho solo avuto la fortuna di incontrare persone che hanno creduto in me e con me hanno cercato una strada per farmi connettere alla realtà circostante.
Se tu fossi un supereroe, quali poteri vorresti avere?Non vorrei essere un super eroe ma uno che lavora per creare condizioni culturali per l’accrescimento di una massa critica che punti a sconfiggere il pregiudizio, l’egoismo, ogni tipo di prevaricazione verso i propri simili e di esclusione per i non omologati.
Durante la tua vita, hai dovuto lottare contro le difficoltà che la tua condizione psico-fisica ogni giorno ti metteva di fronte ma hai anche dovuto confrontarti con i pregiudizi delle persone, che cosa è stato più duro affrontare e perché?I pregiudizi, senza dubbio. Per le mie caratteristiche ho faticato e fatico, è vero. Ma non so immaginare niente di diverso visto che non fa parte della mia esperienza esistenziale. Invece il pregiudizio ha tentato, fin quasi a riuscirci, di ridurmi in una condizione di “non vita”.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto e i progetti per il futuro?Nel tempo sono riuscito a realizzare tantissimi sogni che sembravano delle imprese impossibili per una persona con le mie caratteristiche. Grazie alla mia tenacia, alla mia forza di volontà e alla mia grande voglia di vivere ho fatto numerose esperienze che mi hanno incoraggiato a buttare lo zaino oltre all’ostacolo e non arrendermi alla prima difficoltà.Il mio cassetto è sempre pieno di sogni e ad oggi quello più grande è di trovare un lavoro ed essere sempre più indipendente. La mia fortuna più grande è quella di essere sostenuto e incoraggiato da persone che mi vogliono bene e credono in me e per questo il mio cassetto non rimarrà mai vuoto.I sogni devono diventare realtà.