Il Gender un’ideologia, la realtà supera l’idea

“Il Gender: spirito del tempo o segno dei tempi?”: Questo il tema affrontato e dibattuto nel primo incontro di formazione degli insegnanti di religione cattolica (Irc) della nostra Diocesi. Relatore il Vescovo Simone.

La teoria del gender sostiene che gli uomini sono tutti uguali perché non c’è alcuna differenza tra l’uomo e la donna. Nelle ultime versioni sulla fluidità di genere si formula che «non esiste correlazione né corporea né biologica, ognuno è quello che vuole essere». Si vuole costruire un’ideologia che prescinde dalla realtà. Esistono molte teorie del Gender. Judith Blutler, sociologa americana, propone “di staccare il sesso dal genere, perché entrambi sono costrizioni intellettuali nelle mani dei poteri forti, la politica, le religioni, la cultura della «costrizione riproduttiva»”. La genetista Anne Fausto-Sterling, nel 1993, “teorizza la necessità di aprire la strada alla cosiddetta “intersessualità”, cioè la possibilità che esistano sessi intermedi tra maschile e femminile”.  In seguito, la Sterling, nel 2004, afferma che è inutile elencare tutte le variabili dell’identità sessuali, perché «sesso e genere sono meglio concepiti come punti in uno spazio multidimensionale».

«Per Butler solo l’appartenenza al genere è un prodotto che la cultura impone all’individuo umano, ma perfino la corporeità è superficie completamente neutra determinata soltanto dal fluido condizionamento culturale». Qui c’è il presupposto teorico che non esiste natura, che non esiste determinazione genetica, pertanto, non esiste nessun riferimento alla realtà.

Lo psicobiologo Oliverio, contrariamente alle teorie sopra descritte, dimostra che le «le differenze tra i due sessi sono presenti anche a livello celebrale e implicano differenze sul piano della personalità e del comportamento che non dipendono soltanto dal modo in cui siamo allevati. Il punto di partenza è costituito dalle ovvie diversità di natura biologica che fanno parte del cosiddetto dimorfismo sessuale […] Le diversità tra i due sessi esistono anche a livello celebrale e comportamentali e della personalità che non sono dettate soltanto dal modo in cui siamo allevati». Il genere e l’identità di genere non sono una costruzione culturale. «Ciò non implica che le differenze di genere siano incompatibili con la parità tra i due sessi: la parità è un fatto essenzialmente culturale, anche se nel passato le differenze sessuali sono state all’origine di diseguaglianze e lo sono tuttora in alcune culture […] Educare alla parità non implica necessariamente negare le differenze».

Non c’è una teoria del Gender ma ci sono diverse teorie del Gender, che è in evoluzione, non suffragate da dimostrazioni scientifiche.

«Gender non è una parola demoniaca in sé. Tuttavia, come ogni voce che definisce un ambito antropologicamente delicato, si presta alle strumentalizzazioni ideologiche […] La cosiddetta “teoria del gender” astrae dal legame, dalla materialità del corpo, dalla storia personale per affermare un principio astratto di autodeterminazione totale che nega ogni vincolo per affermarsi».

Papa Francesco ci mostra un modo diverso di declinare il legame tra il generale e il particolare, che non può che passare dalla concretezza della vita. «Una concretezza che non è però chiusa in sé, autosufficiente, ma connessa alle altre e al tutto sempre razionale. Ciascuno di noi è un intero e non una somma di attributi. Si accompagna la persona solo quando la si riconosce come intero».  

Al termine della relazione di Monsignor Simone gli Irc hanno approfondito e dibattuto il tema Gender riunendosi in piccoli laboratori.

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