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Il Documento della Pontificia Commissione Biblica
Come risulta dal titolo del nuovo Documento della Pontificia Commissione Biblica («Che cosa è l’uomo?» (Sal 8,5). Un itinerario di antropologia biblica) due linee concorrono a definire il progetto e la configurazione del testo.
La prima direttrice è quella interrogativa (“Che cosa è l’uomo?”). La Chiesa di fatto si pone sempre in ascolto, ascolto di Dio e ascolto della storia, proprio per servire l’umanità nelle contingenze del suo continuo mutare (Gaudium et Spes, § 1-10). Papa Francesco, percependo alcune problematiche odierne bisognose di chiarificazione e di senso, ha chiesto alla Commissione Biblica di studiare, durante cinque anni, il tema dell’antropologia biblica, così da offrire alla Chiesa e al mondo un messaggio di luce e di speranza, frutto di un’aggiornata esegesi della Bibbia. L’atteggiamento di ricerca da parte dell’interprete delle sacre Scritture è peraltro sollecitato dalla stessa Parola di Dio che chiama a indagare con incessante impegno il mistero dell’essere umano, poiché è in esso che il Creatore vi ha racchiuso la sua più alta ricchezza. Il vissuto dell’uomo è infatti contemporaneamente una storia dell’alleanza con Dio, ed è comprendendo cosa sia l’uomo che si accoglie l’opera divina. Il mandato del Papa non si limitava dunque a fornire una risposta biblica ad alcune puntuali questioni antropologiche, ma esigeva di presentare una visione globale della Scrittura riguardante la persona umana, nella sua dignità, nelle sue relazioni e nel suo destino, così che in un tale quadro globale anche i singoli interrogativi potessero trovare una loro giusta collocazione.
La seconda pista seguita dal Documento è di ordine metodologico (“Un itinerario di antropologia biblica”). In obbedienza alla Parola di Dio che esige di essere considerata nella sua totalità, il Documento non preleva citazioni o testi isolati, adducendoli come “prova scritturistica” di un discorso prefissato, ma assume il compito di esporre l’intero percorso comunicativo della Bibbia. Si comincia infatti da un’accurata analisi dei testi fondatori, che narrano l’origine dell’essere umano, e, per ciascuno dei diversi motivi tematici che qui vengono annunciati in modo programmatico, si ripropone quanto è attestato dalla Tôrah, dai profeti e dalle tradizioni sapienziali di Israele (senza dimenticare il Salterio), fino a giungere al compimento della Rivelazione nei Vangeli e nelle lettere degli Apostoli. Solo in questo modo si fa vera opera di Teologia Biblica, rispettando i generi letterari della Scrittura, e assumendo con rigore la sua espressività simbolica e narrativa.
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