Il convegno diocesano e la veglia missionaria

Nell’anno sinodale del discernimento, nella Chiesa di Sant’Andrea e nei locali del vescovado si è tenuto il Convegno Ecclesiale Diocesano sul tema: Educazione, sessualità e gender.

Il Convegno è stato preceduto dalla veglia di preghiera per la Giornata Missionaria con la concelebrazione presieduta dal Vescovo Mons. Simone Giusti insieme al parroco don Rosario Esposito. Dopo la lettura a cori alterni da parte dell’assemblea del Salmo 118 e della testimonianza di Mons. Christian Carlassare Vescovo di Rumbek in Sud Sudan, don Esposito ha letto un brano del Vangelo di Luca (24.13-35), quindi Mons. Giusti ha tenuto l’omelia ricordando che tante sono le sfide che i cristiani devono affrontare nel mondo.

Un cristianesimo che sta esplodendo in Africa e in Asia e che vede una tumultuosa crescita on America Latina, e che, nonostante tutto, cresce anche in Cina. Tante sono le sfide: gli abusi sessuali sui minori, la carenza di sacerdoti, ma non in Africa, mentre in Occidente sono moltissimi i giovano dai 18 ai 24 anni che non hanno rapporti con alcuna dimensione religiosa. Bisogna raccogliere le sfide dettate dalle pluralità culturali e anche quelle delle differenze religiose che mettono in atto le persecuzioni verso i cristiani anche in forma cruenta mentre tantissimi sono i cristiani perseguitati. Il Papa ci invita ad una discepolarità missionaria nel portare la buona notizia ai tanti esclusi in una Chiesa. Quale immagine della Chiesa del domani? Il cattolicesimo futuro -ha continuato il Vescovo- sarà molto diverso dall’attuale. Più liberale sui temi della giustizia sociale, ma dovrà tenere un atteggiamento fermo sulla questione sessuale. La Chiesa del domani sarà comunque policentrica e decentralizzata, oggi però vogliamo soffermarci su un aspetto, quello sessuale, bisogna sempre accogliere le persone, qualunque esse siano, ma bisogna anche essere fedeli alla Scrittura, secondo le parole di San Paolo “la verità nella carità”. (a fine articolo l’intervento integrale del vescovo ndr)

Quindi don Simone Barbieri ha presentato la relatrice del Convegno, la Professoressa Giorgia Brambilla, titolare della cattedra di “Morale della vita” alla Facoltà di Teologia dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, sposata e madre di tre figli. Il gender -ha iniziato- merita una particolare attenzione in ambito educativo scolastico. Entra nelle scuole come “un cavallo di Troia”, nemmeno gli asili ne sono immuni. C’è una ricetta per contrastarlo? Una ricetta non c’è ma ci sono delle vie per farlo, e in questo senso, l’aspetto scientifico può aiutare. La teoria del gender si basa essenzialmente sul fatto che la differenza sia motivo di discriminazione per cui “la disuguaglianza è una ingiustizia” e in questo scenario spicca l’educazione sessuale che viene propinata a partire dagli asili. Si esprime in una visione antropologica che mette in forse anche la famiglia orientando ad un pensiero della “non differenza” che sarebbe non naturale, quindi con la eliminazione della famiglia naturale si arriverebbe alla realizzazione “di un pansessualismo”. Il gender è fautore di interventi manipolativi sul corpo che diviene “un corpo androgino asessuato”. Si vuole annullare ogni differenza “né maschio, né femmina” e dare origine ad un genere neutro “un terzo genere”.

Come rispondere? Dobbiamo ripartire e riscoprire quello che è l’essere umano nel suo principio. Si nasce incarnati in una corporeità sessuata. I cromosoni sono diversi tra uomini e donne, gli stessi pensieri e i sentimenti sono sessuati. Gli studi psicometrici dimostrano l’eterogeneità dei sessi, quindi non si tratta di un fatto culturale ma scientifico. Il nostro corpo “non è un oggetto” ma è una materia individuata, non possiamo pensare ad un corpo indeterminato sessualmente. Non differenze, ma diversità.

Perciò sul piano educativo non possiamo prescindere dall’entità dell’altro, esistono anche delle differenze sensoriali e il cervello produce differenze tra maschi e femmine, così come ci sono diversi modi nell’apprendimento. Nel gioco si possono notare differenze sostanziali diverse tra maschi e femmine. In conclusione è necessario rieducarci all’amore autentico, con il riconoscimento dell’altro come persona. Solo così si è capaci di amare calati nella corporeità degli individui. (L’intervento integrale della prof.ssa Brambilla su https://youtu.be/e_Iayiz_Ick ndr)

L’assemblea si è poi divisa in quattro laboratori di studio: 1) Questioni di genere e Sacramenti, coordinato da don Alberto Vanzi; 2) Educazione, differenza sessuale e gender coordinato da don Simone Barbieri; 3) L’educazione sessuale dei giovani: luogo d’incontro tra genitori e catechisti, coordinato da don Valerio Barbieri; 4) Gender: spirito del tempo o segno dei tempi? Coordinato da don Fabio Menicagli e da don Lorenzo Bianchi.

leggi l’intervento integrale del vescovo Giusti

Guarda le foto di Antonluca Moschetti

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