Il cambiamento climatico sul territorio livornese

La conferenza organizzata da Il Centro

Le conferenze indette dal Circolo culturale “Il Centro” si sono concluse, per quest’anno, affrontando il tema: “Il cambiamento climatico e le conseguenze idrogeologiche sul territorio livornese”. Presentato dal Presidente del “Centro”, Fabio Del Nista, nell’accogliente salone della Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci, il relatore è stato il dottor Mauro Grassi, già Direttore di “Italia sicura” nei Governi Renzi e Gentiloni, ed è attualmente Direttore del Dipartimento Territorio e Ambiente della Regione Toscana.

Il dottor Grassi ha messo subito in risalto che il cambiamento climatico è dovuto al costante aumento delle temperature, specialmente quelle che riguardano il mare. “Quando si scalda il mare, si apre il problema delle precipitazioni”, precipitazioni che, a livello italiano, sono in aumento in un quadro però di “alti e bassi”, che hanno come conseguenza “siccità e alluvioni”. La pioggia, riguardo Livorno, è nella media, ma ci troviamo di fronte ad una realtà “di molti meno giorni di pioggia, ma quando piove, piove di più!”. Con grandi “concentrazioni in due o tre ore”.

Riguardo all’inquinamento da CO2, l’Europa sta conducendo una buona campagna, ma essa incide solo per il 12% sull’intero volume mondiale, mentre Cina, India e Stati Uniti ne aumentano in continuazione in modo esponenziale, ma una battaglia condotta dai soli europei “non ha senso”!.

Riflettendo sul territorio livornese Grassi ha sottolineato che 9500 abitanti sono a rischio di essere inondati, si tratta perciò “di bloccare il volume dell’acqua e favorirne l’arrivo al mare”. Ci vogliono “casse di espansione” che “vanno gestite bene” e “l’adattamento non è gratis”. A livello nazionale esiste “un progetto per l’acqua” ma, per renderlo efficiente è necessario un investimento di “10 miliardi in più di quelli che sono stati previsti”, è presente quindi “un problema di priorità di spesa”,  una priorità che qualificava “il Rapporto Draghi”.

I fattori preminenti sono due: “Fare opere” e “l’allertamento”, fare opere vuol dire creare “casse di espansione”, scolmatori e cose simili, mentre l’allertamento deve essere effettuato quando si nota la caduta di 80/90 millilitri di pioggia, allerta meteo che deve essere subito recepito dai cittadini che non ne possono rimanere incuranti. Il dottor Grassi ha concluso illustrando l’idea di “città spugna”,  che si concretizza nel “rivedere tutto il concetto che abbiamo di città”, ripartendo proprio dall’acqua che deve essere “l’elemento centrale dell’Urbanistica”. Tutti i comuni dovrebbero monitorare  i sistemi dell’acqua in funzione, arrivando a proporre anche piani trentennali, come sta facendo attualmente Milano, questo potrebbe essere anche il futuro di Livorno “una città più verde e più blu”-