Diocesi
Il 27 Gennaio come nel 1742
Dopo le preghiere e l’omaggio floreale in Piazza Grande al quadro della Madonna di Montenero tutti i presenti con alla testa il Vescovo Mons. Simone Giusti, si sono recati in Cattedrale per la solenne concelebrazione. Dopo la lettura del brano delle nozze di Cana, il Vescovo ha iniziato l’omelia con la domanda: Cosa accadde a Cana? Lì si tenne il pranzo conclusivo di nozze di una coppia con un centinaio di invitati, erano tanti, ecco perché veniva a mancare il vino. Gesù anticipa i tempi grazie all’intervento di Maria che salva la festa. E’ quello che si dice il banchetto messianico in cui si manifesta la divinità di Gesù. Maria è il compimento di Cristo. Videro e credettero. Lì nasce la Chiesa e Maria è la persona che dobbiamo sempre seguire, dobbiamo seguire il suo sì di persona apparentemente insignificante, ma che si è abbandonata alla potenza di Dio.
Il Vescovo ha poi citato un brano di Bruno Ferrero in cui si spiega come Maria possa guidarci sulle orme di Gesù, affinché tutti giungiamo al Paradiso.
(leggi l’omelia)
Oggi -ha continuato Mons, Giusti- ci troviamo nella paura di una guerra nucleare, come fu quella, tanti anni fa, per i missili a Cuba, è un rischio costante. Papa Francesco non fa altro che parlare di pace, con la determinazione di arrivare ad un accordo di pace. Se non si dà retta al Vangelo il rischio è grande. Per essere persone di pace bisogna uscire dall’individualismo e dall’egoismo. Il Vescovo ha messo in rilievo due persone ispirate alla pace: don Carlo Gnocchi che dopo essere stato cappellano militare nella guerra sul Don, ritornato in patria si dedicò a lenire le sofferenze dei bambini mutilati in guerra. E Giorgio La Pira, il Sindaco di Firenze, che fu un negoziatore della pace in Vietnam. Riuscì addirittura ad andare a Hanoi, ma la pace fu rifiutata dalla Segreteria di Stato americana. Tante vite si sarebbero potute salvare! La Pira era un sognatore “che aveva il realismo del Vangelo”. Bisogna perciò avere il coraggio “di una Chiesa profetica che possa costruire una civiltà dell’amore”.
Dopo l’omelia è stata offerta la cera come adempimento del Voto alla Madonna di Montenero per la salvezza della città durante il terremoto/maremoto del 1742.
Guarda le foto scattate da ANTONLUCA MOSCHETTI