Diocesi
I più piccoli, vittime della povertà e dell’abbandono
Nei giorni scorsi abbiamo contattato padre Duccio Zeme, il sacerdote livornese, membro della Comunità di Villaregia, missionario in Brasile da molti anni (leggi l’articolo su padre Duccio https://www.www.lasettimanalivorno.it/Diocesi/Padre-Duccio-Zeme-missionario-livornese-racconta-il-suo-Brasile/(language)/ita-IT) per sapere come procede il suo lavoro pastorale alla periferia di San Paolo (guarda il video su https://youtu.be/KVvjJpJcaag) e gli abbiamo chiesto di presentarci uno dei tanti progetti a favore dei più poveri, che la sua comunità sostiene. Ecco cosa ci ha raccontato:
Localizzato nella periferia di San Paolo, il Centro Infanto è uno dei progetti della Comunità Missionaria di Villaregia Sociale, che accoglie quotidianamente circa 180 tra bambini e adolescenti. Viene offerto un pasto completo e sono realizzate attività volte all’educazione, prevenzione e costruzione di una società più giusta e rispettosa dei diritti dei bambini e degli adolescenti. L’accompagnamento delle loro famiglie ha l’obbiettivo di rafforzare i vincoli affettivi e prevenire situazioni di vulnerabilità.
Uno dei servizi offerti è la prevenzione contro la violenza sessuale sui bambini e adolescenti. In Brasile nel 2023, ogni giorno, 166 minori sono stati vittime di violenza sessuale. È urgente il lavoro di prevenzione e coscientizzazione della popolazione. Le attività a questo fine si servono di vari percorsi, aiutando bambini e adolescenti a conoscere il proprio corpo attraverso una educazione sessuale, ad avere cura di sé come forma di prevenzione alle situazioni di abusi.
Tramite attività ludiche vengono trasmessi valori importanti come auto cura, dialoghi di fiducia, capacità critica per saper dire di no e riconoscere situazioni di sconforto che potrebbero indicare un abuso. La conoscenza del loro corpo, la capacità non soltanto di proteggersi, ma di saper anche aiutare altri bambini e ragazzi a fare lo stesso, fanno la differenza per migliaia di bambini ed adolescenti vulnerabili della nostra periferia.
Il racconto che segue si inserisce dentro il quadro di questa attività. Una attività volta all’educazione della cura di sé, per imparare ad amare se stessi e a prendersi cura dell’altro.
Una storia
Durante l’anno abbiamo accolto nel Centro Infanto due sorelle. Abbiamo conosciuto Cristina e Rosa (nomi fantasia) una di 14 anni e l’altra di 8 anni. Entrambe portatrici di una storia dolorosa di abbandono e sofferenza. Vivevano con il papà, dopo che la mamma ha abbandonato la famiglia perché faceva uso di droga. La vita assieme al papà non è stata facile per la povertà e le privazioni. La nonna materna ha assunto la custodia delle ragazze dopo la morte del papà, ma purtroppo non con le dovute attenzioni e cure necessarie. La vita con la nonna si è rivelata un incubo di violenze e maltrattamenti.
Abbiamo accolto due bambine, timide, silenziose e carenti di affetto e attenzione. Pian piano siamo entrati nella loro vita e siamo riusciti ad offrire fiducia perché potessero raccontarci tutto ciò che la vita aveva riservato loro.
Ci siamo resi conto che l’attenzione a loro doveva essere personalizzata. Si faceva necessaria un’educazione alla cura di sé. Cristina aveva la necessità di imparare semplici aspetti, come può essere la cura del corpo, visto che il forte odore creava spesse volte situazioni di bulling e isolamento. Dentro il programma abbiamo offerto a tutti i bambini un’attività di educazione all’auto cura, offrendo a loro un tempo per imparare a farsi l’igiene personale, e capire quanto è importante prendersi cura di sé.
A Cristina abbiamo offerto un’attenzione particolare offrendo kit completo di igiene personale e incontri periodici con l’assistente sociale per un accompagnamento personalizzato. Ci siamo mossi per non farle mancare deodorante, assorbenti (oggi la povertà mestruale è causa di esclusione sociale), crema dentale, crema per il corpo e anche qualche un profumo perché lei potesse volersi bene in quanto adolescente. Attraverso queste azioni abbiamo accompagnato il cambiamento della bambine. Arrivare al Centro avendo fatto il bagno, con i vestiti semplici, ma puliti ed avendo il corpo profumato è stata una conquista lenta, ma piacevole. Così passo dopo passo vediamo trasformazioni che dicono dignità, diritti rispettati, sorrisi che ritornano in mezzo a tante ferite della vita.
Il Centro Infanto vuole essere questo spazio di accoglienza, di cura dell’altro, di difesa dei diritti, di costruzione di una società più giusta e più solidale.
per sostenere il centro e padre Duccio
Bonifico su C/C bancario:Comunità Missionaria di VillaregiaBanca Popolare Etica IBAN: IT69R0501812101000012323440
CAUSALE: CENTRO PER L’INFANTO Per padre Duccio Zeme San Paolo