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I giovani che abbandonano la Chiesa non hanno trovato le risposte giuste
Il percorso di fede spesso si interrompe, ma l’esperienza di comunità resta L’età cerniera, in base allo studio condotto dall’Osservatorio del Toniolo, è quella tra 16 e 17 anni. Quando c’è l’esigenza di parole convincenti davanti a grandi domande Ogni domenica Paola Bignardi ci sta conducendo ad avvicinare un mondo giovanile più chiacchierato che conosciuto, a partire dalla convinzione che occorra abbandonare gli stereotipi con cui abitualmente si guarda e si giudica una generazione piena di risorse, che si sente lasciata ai margini, impossibilitata a offrire al mondo in cui si affaccia il proprio originale apporto. Gli articoli si avvalgono delle indagini dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e del lungo ascolto che i suoi ricercatori fanno di decine di adolescenti e giovani con interviste individuali, focus group, rilevazioni statistiche. La ricerca cui si fa particolare riferimento è quella in corso di pubblicazione e dedicata ai giovani che si sono allontanati dalla Chiesa, in un ideale confronto con coloro che sono rimasti. È frutto di un attento ascolto, ed è, anche per il lettore, un invito a fare altrettanto. Le altre puntate su Avvenire.it.
«Io vengo da una famiglia religiosa e quindi ho iniziato da piccola ad andare al catechismo fino alla Cresima » . Il racconto della storia religiosa dei cento giovani intervistati nell’ambito dell’indagine su quanti si sono allontanati dalla Chiesa inizia quasi sempre così. Quelli che hanno oggi intorno ai vent’anni sono stati indirizzati dalla famiglia alla parrocchia dove hanno fatto il classico percorso dell’iniziazione cristiana che per quasi tutti si è concluso con la celebrazione della Cresima. La differenza di percorso comincia da qui, ma fino alla Cresima l’esperienza religiosa è stata piuttosto uniforme. Anche il ricordo che i giovani hanno di quella loro esperienza di ragazzi è alquanto univoca: la memoria del momento della catechesi è più o meno gradevole in base al carattere del catechista o della catechista che hanno incontrato, ma niente di entusiasmante: il tranquillo senso di un dovere imprescindibile.