I disabili a scuola

Tra i dossier più “caldi” sul tavolo del nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, c’è anche quello relativo al nuovo Pei, il Piano educativo individualizzato per l’inclusione scolastica degli alunni disabili, che stabilisce le nuove modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno ed entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2021-2022.

Novità che, però, non piacciono alle associazioni delle famiglie dei disabili, che hanno promosso una grande mobilitazione in rete, arrivando a raccogliere decine di migliaia di firme in pochi giorni. Un’interrogazione parlamentare sarà invece presentata dalla deputata del Pd, Lucia Ciampi. Sono soprattutto due i punti critici della nuova normativa: la possibilità di esonerare gli studenti disabili da alcune materie e la conseguente riduzione delle ore di sostegno. Decisioni che la riforma mette in capo al Glo, il Gruppo di lavoro operativo sull’inclusione presente in ogni scuola, in cui le famiglie si sentono sottorappresentate.

«Nella riforma del Pei sono troppi i punti critici, segnali di un’impostazione culturale che indicano un’inversione di rotta nel processo di inclusione, fiore all’occhiello da sempre del nostro Paese: dal concetto di esonero da materie di studio, alla nuova composizione del Glo, al meccanismo di assegnazione del sostegno con l’introduzione del “debito di funzionamento”, fino alla formalizzazione di ore di lezione svolte fuori dalla classe per l’alunno con disabilità», dichiara Antonella Falugiani, Presidente di CoorDown.

Il Coordinamento, che rappresenta 54 associazioni attive in tutta Italia, insieme agli insegnanti di sostegno (Ciis) e ad altre realtà della società civile e del volontariato, ha lanciato una petizione online sulla piattaforma change.org, che in poche ore ha superato le 20mila sottoscrizioni. Secondo i promotori della petizione, la riforma del Pei contiene «troppi punti critici, che mettono a repentaglio i progressi raggiunti in oltre quarant’anni di storia di inclusione scolastica e che rischiano di vanificare gli sforzi volti a garantire il diritto allo studio degli alunni con disabilità».

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