Diocesi
I bambini costruttori di pace
I conflitti bellici imperversano in varie parti del mondo. La guerra in Ucraina dura da oltre un anno. I conflitti in Siria, nello Yemen, nel Myanmar e in molti Stati dell’Africa continuano da molto tempo. Per non dimenticare la guerra del narcotraffico in Messico. Sembra che l’umanità non abbia compreso il dolore che pervade i familiari delle persone uccise nei conflitti armati. Le notizie date dai telegiornali informano di massacri continui. Bambini innocenti morti ammazzati senza pietà. I tentavi di pace appaiono deboli, privi di speranza. “La terza guerra mondiale a pezzi” in atto nel mondo pare che venga continuamente alimentata e non abbia una fine. Papa Francesco quasi ogni giorno ci ricorda che la guerra “distrugge, distrugge sempre.” Quale speranza abbiamo che questa violenza termini? Chi si mette in gioco affinché la “profezia della pace” sia raggiunta?
Un piccolo gesto in tal senso lo hanno costruito i bambini dell’Istituto comprensivo Benci-Borsi di Livorno insieme ai loro insegnanti di religione e di classe coordinati da Padre Vasile, sacerdote della chiesa greco cattolica rumena. Il ritrovo nella Chiesa della Santissima Annunziata, meglio conosciuta come Chiesa dei Greci Uniti al cui interno si trova la famosa iconostasi del XVII secolo. Gli alunni insieme ai loro genitori si riuniscono dopo l’orario scolastico davanti il sagrato. Sono studenti di differenti nazionalità e confessioni religiose. Monsignor Simone al suo arrivo saluta i convenuti. Il clima è gioioso.
Nel presentare l’incontro l’insegnante di religione Francesca Ragaglia ha ricordato che nelle scuole dell’Istituto Benci ci sono alcuni bambini fuggiti dalle guerre. Un gesto questo anche di solidarietà con chi soffre per i conflitti bellici proposto con canti, poesie e invocazioni di pace. Il prof. Franco Nocchi ha preparato le musiche e diretto i cori degli studenti.
Monsignor Simone rivolgendosi ai ragazzi ha sottolineato che non bisogna avere nemici. “La pace si costruisce insieme se siamo tutti amici. Essere accogliente vuol dire che io ti voglio bene così come sei. Non bisogna mai costruirsi nemici. Non bisogna litigare nemmeno fra i fratelli. Lo vediamo in Ucraina. I russi e gli ucraini sono popoli fratelli eppure si combattono. Invece, lo stare insieme, il camminare insieme, il lavorare insieme, il dialogare per crescere insieme favorisce a costruire la pace”.
Cambierà il titolo del canto finale, composto e musicato dal Prof Nocchi, è una sollecitazione a vincere l’indifferenza, ad avere un’attenzione verso chi ha più bisogno e ad avere sempre gesti di gentilezza in ogni momento della quotidianità.
guarda le foto https://photos.app.goo.gl/ktThUQbJkgjX92r76