Gli strumenti per migliorare il mercato del lavoro

Dalle indicazioni di Marco Biagi a oggi

Già nel lontano 2002 il Libro Bianco per la Riforma del Mercato del Lavoro proposto dal professor Marco Biagi parlava di una borsa continua nazionale del lavoro, ossia di un sistema informatico che avrebbe dovuto agevolare, almeno in teoria, la condivisione delle informazioni con lo scopo di rendere il nostro mercato del lavoro maggiormente efficace.

Molti anni sono passati dalla Legge Biagi. In questi oltre 20 anni si sono succeduti molti governi di vario colore e molte iniziative dedicate proprio ad utilizzare, al meglio, le tecnologie digitali. Si pensi, ad esempio, al “jobs act”, alla riforma che avrebbe dovuto “abolire la povertà” e più recentemente ai progetti inseriti all’interno del PNNR in particolare con riferimento a GOL, la Garanzia occupabilità lavoratori.

Oltre, ai “tradizionali” strumenti informatici, si sono aggiunti, negli ultimi anni, quelli che sfruttano le nuove potenzialità dell’intelligenza (?) artificiale.

Si pensi, ad esempio, al Siisl che dovrebbe, dopo una fase “sperimentale” dedicata alle nuove misure sostitutive del reddito di cittadinanza, diventare lo strumento digitale principe per facilitare l’incontro tra cittadini e offerte di lavoro e percorsi formativi finanziati da GOL. 

Nella stessa prospettiva si muove l’iniziativa EDO del Ministero finalizzata a favorire, sempre nell’alveo di GOL, l’accesso a percorsi di educazione digitale per tutti vista l’importanza che viene assegnata a queste nuove competenze per affrontare il mondo del lavoro del presente e del domani.

Ultima tappa di questo percorso è il lancio, nei giorni scorsi, da parte del Ministero derl Lavoro dell’applicazione #AppLi, l’Assistente virtuale per il Lavoro.

Questo nuovo strumento dovrebbe aiutare, ad esempio, a scrivere il proprio curriculum rendendolo il più “attraente” possibile, a simulare ipotetici colloqui di lavoro ed ad aiutare a navigare tra le varie offerte formative e di lavoro presenti nei vari portali.

La prima sperimentazione “mirata” si è svolta nelle settimane scorse. Una prima implementazione partirà, quindi, a settembre mettendo al centro circa 120 mila  giovani “neet”,ragazzi che non studiano né lavorano, da riportare dentro il mercato del lavoro.

Le tecnologie, insomma, possono rappresentare utili strumenti per agevolare, e facilitare, i processi di incontro tra domanda, e offerta, di lavoro oggi e negli anni futuri.

Non deve, e non può, mancare, tuttavia, l’elemento umano che, anzi, probabilmente, dovrà diventare in questo disegno, ancora più centrale affinché questi processi non siano automaticamente delegati a macchine che, per quanto “intelligenti”, tali rimangono.