Diocesi
Giada e l’albero del pane: una testimonianza che si rinnova
E’ tornata la primavera e con la stagione della rinascita anche l’albero di Giada si sta svegliando dal lungo sonno invernale. L’albero di Giada è un castagno che lei portò al parroco don Biondi per interrarlo nel giardino della Parrocchia della Sacra Famiglia della diocesi di Livorno. Giada Menicagli amava trascorrere le sue vacanze con la famiglia a Popiglio, una località vicino a San Marcello Pistoiese, e soprattutto amava pregare e passeggiare ammirando le bellezze della natura donate da Dio. Giada si stupiva davanti a tanta bellezza della creazione e il babbo Roberto ricorda: era il 1990 quando camminando trovò una piccola piantina di castagno, la raccolse, ne ebbe cura e la portò a don Biondi.
Nel libro “Schegge. Giada Menicagli”, il libro nato e curato da don Teodoro Biondi, lui stesso racconta l’aneddoto: “me la vidi arrivare con una mini piantina di castagno e mi chiese di piantarla nel giardino al lato sinistro della chiesa a ricordo di indimenticabili giornate di serenità, di amicizia e di gioia. Le dissi subito di sì, però gli manifestai la difficoltà che la piantina potesse vivere in un terreno e in un clima che non era il suo. Quella piantina è ancora lì , è cresciuta. L’ho fatta recingere con dei paletti ed una piccola catenella e ho posto una targhetta Giada sei con noi. E deve rimanere con noi come segno e luce di speranza“ . Nell’inverno dell’anno 2015 Roberto, padre di Giada, mi chiamò per andare a vedere l’albero cresciuto. In un periodo in cui in montagna una malattia aveva colpito i castagni, che dettero di conseguenza poco frutto, l’albero di Giada, invece, era ricco di ricci e frutti. Sembrava un segno dell’amore di Giada. Da piantina minuta era diventata un “albero del pane”, come viene chiamato il castagno dalla gente di montagna, un albero che dona frutto, come la stessa Giada stava facendo attraverso numerose conversioni.
Anche oggi questo albero si trova nel giardino parrocchiale tra pini e alberi ad alto fusto, dove il parroco don Rosario Esposito ha continuato a prendersene cura e ancora è segno di luce e speranza. Stavolta la chiamata è stata fatta ad Elena Polese, una catechista della parrocchia che conobbe Giada quando era al suo termine della vita terrena, e lei era appena una giovane mamma. Elena segue Giada da allora e ha fotografato l’albero di Giada, per questo l’ho chiamata per farmi raccontare. Elena è catechista di un gruppo di bambini che conoscono la storia di Giada, le cui mamme sono molto sensibili alla figura di questo “dono di Dio”. Ogni volta che fa catechesi Elena sente di essere guidata da Giada, sente di essere strumento del Signore grazie all’aiuto di Giada “la sento sempre presente” mi racconta. Ogni volta, poi passa davanti all’albero per coglierne i segni e stavolta lo ha visto germogliare e fiorire. E’ stata un’emozione così grande che l’ha fotografato e condiviso con tutte le persone che amano Giada. Giada era solita recitare i salmi e dire “ nella natura il Signore ha posto tutto ciò che occorre per la vita umana: ogni rimedio contro ogni malattia”. Ecco il miracolo della vita che si ripete: in un periodo dove sembra che tutto sia triste a causa della pandemia e dei limiti umani, i germogli di castagno diventano un segno di speranza, come se Giada volesse dirci “non temete, non abbiate paura, il Signore è sempre con voi”.