Giada come i magi che portano a Cristo

La Messa in ricordo della giovane catechista

Nel mese di gennaio, per la ricorrenza della nascita in cielo di Giada Menicagli, il giorno dell’Epifania, è stata celebrata da suo fratello, don Fabio, la Messa di suffragio. I genitori di Giada hanno donato a tutti i presenti la copia dell’ultima lettera di Damiano Mazzola, arrivata quest’anno nel periodo natalizio. Damiano è il carcerato che si è convertito, ha accettato con dignità la sua pena e che ha incontrato il Signore grazie a Giada, che lui vede come ” un angelo che conduce a Dio”. Una lettera ricca di fede, speranza e sentimento, che la famiglia Menicagli vuole donare anche a tutti i lettori de “La Settimana tutti i giorni”. Ecco qui il testo: ” Fossombrone 15-12-24

Carissimi, Emanuela, Roberto, don Fabio, inizio, col darvi (idealmente) un caloroso abbraccio, altresì, rendo lode a Dio di avermi fatto il dono di incontrare il Vangelo,  Vera Luce e Vero Amore e, ancora,  offerto la possibilità di conoscere e meditare la storia di Giada, ragazza di straordinaria umiltà, bontà, carità, pura di cuore … obbediente alla Parola di Dio, infatti, sin dalla sua tenera età attraverso la fede sentiva e avvertiva l’amore di Dio, che restituiva al prossimo, non con le parole ma con la propria carne.  In breve, con la sua vita ha testimoniato che il compito primario di ogni uomo dev’essere portare l’altro a Dio, insegnando così, l’amore per Cristo e per l’altro, infatti, la sua fede … diffondeva l’Amore e la Misericordia di Dio. ” Chi è molto vicino a Dio, anche se è nella sofferenza, è felice…. perché possiede in sé la vita ” ( Cardinale, Angelo Comastri ).

Pertanto mi piace dire qui: se oggi ricerco la Verità, Verità che un tempo a causa della mia cecità ignoravo, è anche grazie a Giada, infatti, attraverso il suo breve pellegrinaggio terreno, ( la sua vita va ben oltre quel breve lasso di tempo ), mi ha indicato la Via, o meglio, cosa conta davvero, riportandomi all’essenziale. Adesso , anche dal cielo accompagna la mia crescita umana e cristiana. Così, dopo tantissimi anni di introspezione …, per grazia di Dio finalmente vivo il presente con lo sguardo rivolto al cielo, ossia, su ciò che è essenziale. Tutto ciò ha fatto si che nel mio intimo, di giorno in giorno, sento sempre più forte, nonostante la mia misera chiamata di servire il Signore nella condizione in cui mi trovo e , lo faccio, come ho avuto modo di parteciparvi altre volte, sia offrendo a Gesù la mia meritata sofferenza, sia il mio cammino Iconografico, momento di preghiera e discernimento e, non da ultimo, del dare testimonianza, anche per mezzo delle suddette Icone, quindi nel raffigurare la Parola di Dio, che se ci si affida a nostro Signore Gesù Cristo con cuore contrito, già adesso, in questa vita terrena, si può vivere liberi e con la pace nel cuore ovunque, anche all’interno di una piccolissima cella di un carcere. In realtà, paradossalmente, se la mia vita adesso è diventata luminosa, è grazie al mio presente. “Il Signore”, diceva Madre Teresa di Calcutta, ” non ci ha chiamati ad avere successo nella vita, ma ad essergli fedeli”. È proprio così, infatti, tornare a Dio è stata la mia salvezza. Mi spiego meglio, nel deserto … l’Amore di Dio ha cambiato la mia esistenza, proteggendomi ogni giorno dalle falsità e dalle illusioni effimere.

L’uomo, scrive Isacco di Ninive:  “essendosi lasciato prendere dalla conoscenza mondana non può fuggire alle trappole dell’errore, ed egli produce pensieri malati”. Lo sapevate che possono essere malati anche i pensieri? Certo, lo sono se essi non procedono dallo Spirito Santo, ma dall’intelligenza umana che, per quanto brillante, se nega Dio, si fonda sulla propria natura corrotta. Dunque, non stupiamoci se la sapienza soltanto umana è ” terrena, carnale e diabolica”. ( Gc, 3,15) ma piuttosto volgiamoci alla sapienza divina, che è “pura, pacifica, piena di misericordia e di buoni frutti ” ( Gc 3,17). Carissimi, se oggi riesco a comprendere ciò che ho appena scritto, credetemi, è un dono del Signore, non per merito mio…Le verità vanno dette. Detto ciò, siamo alle porte della terza settimana di Avvento, così, desidero concludere con le parole di Papa Francesco.  ” Allora, in modo speciale in queste settimane, prepariamo con cura la casa del cuore, perché sia ordinata e ospitale. Vigilare, infatti, significa tenere pronti il cuore. È l’atteggiamento della sentinella, che nella notte non si lascia tentare dalla stanchezza, non si addormenta, ma rimane desta in attesa della luce che verrà. Il Signore è la nostra luce ed è bello disporre il cuore ad accoglierlo con la preghiera e ad ospitarlo con la carità, i due preparativi che, per così dire, lo fanno stare a suo aggi. Ancora Papa Francesco: ” Coltiviamo la sua attesa senza farci distrarre da tante cose inutili e senza lamentarci in continuazione, ma tenendo il cuore vigile, cioè desideroso di Lui, desto e pronto, impaziente di incontrarlo”. Ecco, Dio mi parla, anzi, ci parla, anche con le parole di Papa Francesco. Oggi credo in questo. Pertanto, parafrasandole parole di Thomas Stearns Eliot, dico: alla mia anima di stare ferma, e di stare ad aspettare senza sperare. Perché sperare sarebbe sperare la cosa sbagliata. Di stare ad aspettare senza amore. Perché l’amore sarebbe amore per la cosa sbagliata. Ma resta ancora la fede. Ma la fede e amore e speranza sono tutte nell’attesa. Aspetta senza pensare, perché non sei pronto per pensare. E allora l’oscurità sarà luce, e l’immobilità danza”. Concludo. Spero che la presente possa farvi avvertire il mio affetto, verso voi e comunità e, verso Giada. Vi porto sempre, sia nei miei pensieri che nella preghiera, infatti, chiedo a Gesù di starvi vicino. Spero un giorno, con i tempi di nostro Signore Gesù Cristo, di poterci incontrare di persona. Vi sono grato per la vostra amicizia, (generosità) per il vostro esempio, per la vostra fede e, non da ultimo, per aver procreato un Angelo. Auguro a tutti voi un Santo Natale di Gesù. Viva Gesù! Uniti in preghiera con Giada. Damiano”.

La celebrazione dell’Epifania è stata molto emozionante. Don Fabio all’omelia ha parlato dell’Epifania, della rivelazione di Cristo nella nostra vita, per cui dobbiamo essere capaci di cercarlo, incontrarlo e seguirlo. Un’omelia nel segno della speranza: – il Signore ci chiede di andare verso Lui, così per cambiare la nostra vita e avere speranza: non bisogna sperare che vada tutto bene, ma la speranza è sapere che Dio è con noi, Dio è Gesù, Dio salva, salva noi e l’umanità. Bisogna essere aperti alla ricerca di Dio, volerLo incontrare e  seguirLo, perché il Signore è la luce nel buio delle nostre vite. Come ha fatto Giada, un esempio di incontro e innamoramento di Cristo. Per Giada anche la malattia e la sofferenza è diventata occasione di evangelizzazione e anche ora Giada sta aiutando a cambiare le persone, essendo un segno, lei la stella che ha seguito, nella semplicità e nell’umiltà, Cristo. Giada è una luce nella sofferenza, che ha cambiato la propria vita e si è lasciata cambiare da Cristo. Don Fabio dice all’assemblea di non celebrare per piangere, ma per ringraziare il Signore perché si è manifestato anche con l’esempio di Giada. Ecco l’epifania: un segno per i carcerati voce di speranza, occasione per fermarsi e ascoltare la parola di Dio e ascoltare la testimonianza di Giada. Perché Dio cambia la vita, anche Giada aiuta a cambiare la vita solo a chi si lascia cambiare da Dio, che lo incontra, si converte e cambia strada, cambia la vita e supera ciò che impedisce al Signore di essere presente-. È un invito, dunque, ad essere come i magi che accolgono, riconoscono, si aprono e sono capaci di amare Cristo.

A fine Messa è stata letta una testimonianza di Giovanni T. e Gabriella, che sono amici spirituali di Giada, che hanno conosciuto grazie a suor Teresa. Oggi Giovanni, laureato in Scienze agrarie, svolge la sua attività all’università di Pisa e sta continuando il suo percorso di fede, dicendo che la sua vita è cambiata dopo avere letto il libro su Giada, Schegge di vita.  Questo il testo della testimonianza:-Ogni anno io e Gabriella abbiamo un giorno che non possiamo “saltare”. Questa giornata coincide con la commemorazione di Giada e ci serve non solo per abbracciare Emanuela, Roberto e Don Fabio ma, soprattutto ritrovare le note profonde che ormai da tanti anni Giada ci ha voluto regalare. La vita quotidiana, sempre più frenetica, ci “ruba ” momenti essenziali e queste gocce ci permettono, grazie a Giada, di ritrovare il vero senso del bene interiore, della bellezza dell’anima e dell’Amore verso noi e verso chi ci circonda. Ogni anno, ci incontriamo in questa piccola comunità e preghiamo, tutti insieme affinché Giada possa intercedere per noi e per quanti hanno bisogno. Oggi, in particolare, io e Gabriella vogliamo rivolgere un profondo grazie a Giada perché io il mese scorso ho raggiunto un grande traguardo e questo traguardo, il lunghissimo percorso che ho fatto per raggiungere questo obiettivo, è iniziato precisamente dopo avere letto il libro su Giada … “SCHEGGE”! Grazie infinite Giada abbi cura di me e Gabriella. Vi vogliamo tanto bene. Giovanni e Gabriella.”

La celebrazione è finita con grande commozione, con la canzone di Loredana dedicata a Giada, tutti commossi al ricordo di questa piccola e grande ragazza che ha aiutato molte persone a cambiare la vita, dando loro serenità, pace, soprattutto essendo un segno di fede, rafforza la spiritualità di coloro che pregano nostro Signore, con lei e per lei.