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Foglie al vento
Helsinki, oggi. Holappa e Ansa si incontrano una notte in un bar. Un uomo e una donna, due solitudini, due vite fragili che provano a parlarsi, con cui il caso sembra volersi divertire trascinandoli qua e là come foglie al vento…
Valutazione Pastorale
Il regista finlandese Aki Kaurismäki – “L’altro volto della speranza” (2017), “Miracolo a Le Havre” (2011) – con “Foglie al vento” (“Fallen Leaves”), suo diciottesimo lungometraggio, racconta ancora una volta vite segnate dalla precarietà economica, dalla solitudine, il cui orizzonte sembra essere limitato alla sopravvivenza, eppure, nel profondo, alla ricerca di una possibilità, di un incontro, di qualcuno con cui condividere anche solo un pezzo di strada: un’amicizia, un amore. La storia. Helsinki, oggi. Holappa (Jussi Vatanen) e Ansa (Alma Pöysti) si incontrano una notte in un bar. Un uomo e una donna in affanno: Holappa è un operaio edile che non riesce a mantenere il posto di lavoro perché alcolizzato; Ansa lavora a zero ore in un supermercato e viene licenziata perché sorpresa a “rubare” cibo scaduto, comunque destinato a essere ritirato e distrutto. Si guardano e si piacciono, vorrebbero conoscersi meglio, ma, dopo un primo appuntamento al cinema, il destino sembra giocare con loro tra indirizzi persi e ritrovati, incontri mancati per una manciata di secondi, delusioni e speranze riaccese, fino al colpo di scena finale che riapre i giochi.
In una Helsinki livida e fredda, tra appartamenti piccolissimi, container trasformati in abitazioni (e sono già molto quando l’alternativa diventa una panchina all’addiaccio), locali dai nomi improbabili (California, o Buenos Aires) e un cinema sul cui muro all’ingresso spicca il poster sbiadito di “Rocco e i suoi fratelli”, Aki Kaurismäki sembra coinvolgere i suoi personaggi, e gli spettatori con loro, in una danza casuale e dispettosa, mentre la radio trasmette incessantemente notizie dei bombardamenti russi sull’Ucraina. Essenziale nella regia, asciutto nei dialoghi nei quali fa capolino una sottile ironia, “Foglie al vento” è un film poetico, malinconico, il racconto di una umanità che vive con poco e di poco si accontenta: una birra la sera in un pub dove tutti possono conquistare la scena per un attimo, il tempo di una canzone al karaoke. Tutti, però, custodiscono nel cuore una speranza, la voglia di cambiare, di innamorarsi, di condividere un futuro diverso. E alla fine potrebbe essere il destino a doversi arrendere. Sorretto da due interpreti eccellenti, “Foglie al vento” ha vinto il Premio della giuria a Cannes76 e ha ottenuto cinque candidature agli EFA – European Film Awards (film, sceneggiatura, regia, attrice e attore protagonisti) e due candidature agli 81mi Golden Globe (miglior film e attrice protagonista). Consigliabile, poetico, adatto per dibattiti.