Fine vita: conosciamo le parole che servono per capire (e dire la nostra)?

Per la condivisione su una materia irta di incomprensioni serve un dizionario comune. Anche in vista di mediazioni legislative non al ribasso La Libreria Editrice Vaticana (Lev), nella collana “Humana Communitas” curata dalla Pontificia Accademia per la Vita, pubblica il “Piccolo lessico del fine vita” (88 pagine, 12 euro), con l’obiettivo di coniugare divulgazione e rigore scientifico. Monsignor Vincenzo Paglia, presidente dell’Accademia, firma l’introduzione di cui anticipiamo qui una parte.

Il dibattito pubblico sulle questioni di fine vita non è una novità. E tuttavia, negli ultimi anni, si è rafforzato in intensità e ampliato in estensione, anche geografica. Se ne parla frequentemente sugli organi di comunicazione e nei social media, a partire sia da situazioni personali che suscitano scalpore sia da proposte legislative che dividono i Parlamenti. Quando poi nella discussione sono coinvolti bambini e neonati, come è avvenuto più volte negli ultimi anni, le contrapposizioni, valicando i confini nazionali, si fanno ancora più accese e diventano materia di contesa, spesso strumentale, tra schieramenti politici. La partecipazione di porzioni sempre più ampie della società in queste controversie va salutata favorevolmente. Si tratta di temi che riguardano tutti e che hanno una profonda portata sociale e culturale.

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