Festeggiati i 370 anni della prima liberazione degli schiavi a Livorno

Si sono appena concluse le celebrazioni del 370 anno dalla liberazione dei primi schiavi a Livorno per opera di padre Francesco, iniziate nel mese di gennaio 2023 con giornate molto intense e con eventi particolari. Le tre giornate hanno avuto il loro momento culminante  l’1 ottobre perché proprio il primo ottobre del 1653 ci fu la prima processione  a Livorno degli schiavi liberati in Marocco, come previsto dal rituale dell’ Ordine.

Venendo nel dettaglio delle celebrazioni,  nei giorni 29 settembre-1 ottobre ci sono stati tre momenti significativi.

Il 29 settembre nella Fortezza Vecchia alle ore 21 si è tenuto lo spettacolo Tremila reali di libertà che ha rappresentato la liberazione degli schiavi fra i quali Cervantes, l’autore di Don Chisciotte della Mancha del quale, alcuni anni fa  è stato trovato il  corpo nella Chiesa delle monache trinitarie in Madrid. Cervantes fu liberato da un frate trinitario il quale resosi conto che non aveva i soldi per riscattare la sua libertà, prese il suo posto diventando lui stesso schiavo. 

Il 30 ottobre si è tenuto il convegno presso la Sala dei Bottini dell’Olio, gentilmente concessa dal Comune di Livorno, che aveva come tema “Il Captivus fra passato e presente” con gli interventi del Padre Generale dell’Ordine Luigi Buccarello  e del Dottor Riccardo Ciorli  architetto,già Funzionario direttivo presso il Ministero della cultura. In apertura fra’ Emil Kolazyck ha ringraziato l’assessore Simone Lenzi e il Comune di Livorno per aver offerto il patrocinio e la sala dei Bottini dell’Olio per lo svolgimento del convegno e le numerose autorità religiose, civili, e militari presenti.  Il dottor Ciorli ha quindi fatto un breve excursus sulla storia del quartiere della Venezia, ricordando come Livorno per volontà dei Medici fu veramente un porto al centro del Mediterraneo con una popolazione di varie nazionalità ed etnie che l’hanno resa protagonista dal punto di vista commerciale e culturale durante i secoli. La costruzione della Chiesa di San Ferdinando col bellissimo stile barocco “romano”  e la presenza dei Padri Trinitari, hanno segnato una presenza significativa sia per la liberazione degli schiavi sia per il rapporto con i “veneziani”. E’ sempre viva nella memoria a distanza di decenni, la figura di Padre Saglietto che molto si adoperò durante l’epidemia del colera e nel 1915 fece costruire la casa del soldato.

Padre Luigi Buccarello ha focalizzato l’intervento sull’aspetto del carisma trinitario a partire dal termine Captivus che nel Diritto Romano stava ad indicare lo schiavo catturato dal nemico. In ambito cristiano è passato a significare colui che veniva fatto schiavo a motivo della fede e correva il pericolo di perderla a motivo della libertà. La fede è la libera risposta ad una chiamata ed è la condizione necessaria per vivere il proprio credo. La Famiglia Trinitaria nata 800 anni fa ha sempre operato affinché l’opera di misericordia della liberazione degli schiavi per fede, fosse attuata perché se viene meno il diritto della libertà religiosa, vengono meno poi tutti gli altri diritti e la pace e la libertà hanno in questo il loro fondamento.

Purtroppo la realtà odierna come si evince dai dati  del report dell’Aiuto alla Chiesa che soffre, presenta un quadro assai fosco dove un terzo dei Paesi del mondo subisce persecuzioni religiose e sono 50 i focolai di guerra. L’Africa è il continente con maggiore violenza per il processo di islamizzazione attuato dai jihadisti. E i governi non puniscono. I cristiani, contrariamente a quanto si pensa, sono le persone più perseguitate e i dati ci dicono che rispetto alle persecuzioni dei primi secoli, sono un numero esorbitante. I Padri Trinitari operano in 25 Paesi e proprio per sensibilizzare a questa piaga, ha istituito dal 1999 l’Organismo della solidarietà che prevede aiuti umanitari, sensibilizzazione  con i media e ogni anno dal 17 al 23 Ottobre si tiene la Settimana di Preghiera per i cristiani perseguitati. Anche presso la Chiesa di San Ferdinando la famiglia trinitaria celebra questa Settimana.

Monsignor Simone Giusti presente al convegno, ha sottolineato come dai colloqui avuti con Papa Francesco, il tema degli schiavi per fede e dei martiri sia sempre nella sua attenzione e ne fa pubblica menzione anche nelle  udienze e negli incontri sia con i capi di Stato che con gli esponenti politici e religiosi. Purtroppo assistiamo all’indifferenza dei più perché ci sono interessi economici troppo forti.

Il 1 ottobre nella Chiesa di San Ferdinando  è stata celebrata dal Ministro Generale frà Luigi Buccarello, la santa Messa di  ringraziamento al Signore per i cristiani liberati, e  per l’accoglienza dell’Ordine nella nostra città. Nell’omelia ha evidenziato come il concetto della liberazione, della redenzione,  deve rimandare al significato teologico in quanto Dio è l’autore della redenzione. Infatti l’opera del riscatto non è solo opera umana ma deriva da Dio. Il riscatto rinnova la fede. Papa Francesco ha ricordato che la redenzione proviene da Cristo e si prolunga nella missione della Chiesa e nei Trinitari ha trovato nei secoli la sua attuazione. Essi hanno spesso pagato il riscatto con la propria vita, come Cristo ha riscattato l’umanità tutta con la morte in croce.

Oggi tocca a noi dare un senso a questa memoria, nonostante le innumerevoli condizioni di schiavitù e i diffusi focolai di guerra che alimentano odio e rancore e soprattutto rubano il futuro ai giovani. Così pure non possiamo rimanere insensibili al fenomeno dei migranti che ha visto negli ultimi 10 anni ben 26.000 morti nel solo Mediterraneo, trasformato nel più grande cimitero a cielo aperto e dove è naufragata la nostra umanità. Siamo chiamati a rispondere alla volontà di Dio, nessuno si può sentire escluso dall’impegno verso i poveri, gli indifesi, i perseguitati. Questa memoria deve trasformarsi in un impegno fattivo per seminare la fede, la speranza e la carità che rendono presente il Regno di Dio.

Durante la Santa Messa quattro persone sono entrate nell’Ordine Secolare. Questo, un segno della continuità del carisma redentivo.  Durante l’offertorio è stato donato un ex voto al Gesù Nazareno dai parrocchiani di Crocetta per le grazie ricevute  in questi 370 anni di presenza. Infine,  le donne veneziane hanno portato le reliquie di Santa Leonzia donate oltre cento anni fa da padre Saglietto a Livorno e che erano state trafugate e poi ritrovate recentemente. Questeverranno  riposte nell’altare dei Santi fondatori Giovanni de Matha e Felice di Valois non appena finiti i lavori di restauro.

Un pranzo conviviale ha concluso queste intense giornate.

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