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Fede e filosofia
Ricordo sempre molto bene il desiderio forte che avevo da studente del Ginnasio di accedere al più presto al Liceo. Così ancora si divideva il Liceo Classico. Ora so che hanno mescolato un po’ tutto. Non ne sono informato. A che cosa si doveva questo “desiderio forte o attrazione fatale? Semplice: si cominciava lo studio della Filosofia. Io attribuivo questa passione “sfrenata” a una idea mitica: la ricerca della verità, la natura dell’uomo e del mondo, Dio, il Bene.
Queste realtà in qualche modo le conoscevo già dal punto di vista della fede attraverso l’educazione familiare, il catechismo, la Chiesa. Avevo avuto già, come avviene sempre, per ogni essere che nasce una mia prima scuola prefilosofica: il contesto familiare e sociale nel quale ero nato e cresciuto, la grande tradizione popolare dell’Europa e dell’Italia, la cosiddetta civiltà occidentale cristiana.
Ma ora prima col Liceo e poi con l’Università potevo finalmente affrontare questi grandi problemi SUB LUMINE RATIONIS. Questa espressione latina era per me carica di mistero: ALLA LUCE DELLA RAGIONE.
Mettere da parte i nonni, i genitori, i preti, i vecchi maestri e tutto quello che da loro avevo appreso con l’illusione (me ne accorsi dopo) di poter finalmente affrontare la realtà con il mio cervello e con la ragione, ma soprattutto leggendo i grandi maestri del pensiero filosofico..
Dai primi filosofi, a dire il vero anche un po’ strani nell’apparente banalità delle loro risposte e un po’ anche dai loro nomi (Anassimene, Anassimandro, …) su su nei secoli. Cambiava il contesto geografico, apparivano le grandi scuole filosofiche, le grandi Università, le varie lingue (immaginate solo pensare in napoletano o anche solo in italiano e pensare e scrivere in tedesco!) , il clima (perché il clima incide sul pensare e sul pensiero) fino ai nostri giorni dove anche la Borsa incide bene o male sul modi di guardare alla realtà micro e macroscopica. Dedicarsi a pensare non è in sé remunerativo, prima o poi ti devi in qualche modo RENDERE O ARRENDERE e diventare funzionale a qualcuno. ADDIO LIBERTA’? ADDIO VERITA’?
Dopo tanti secoli di pensiero sono giunto alla conclusione che in fin dei conti i grandi filoni della filosofia e quindi anche della letteratura, con ripercussioni sulla vita politica e sullo stile di vita delle masse ha i suoi capisaldi in due filosofi il cui pensiero si espande nei secoli ma rimane fedele comunque all’idea di fondo: PARMEDIBE E ERACLITO, LA VERITA’ E L’OPINIONE, L’ESSERE E IL DIVENIRE, L’ESSENZA E L’ESISTENZA.
La verità, l’essenza, la natura della realtà e dell’uomo è unica, universale perenne. Ieri, oggi, domani e sempre, secondo il buon Parmenide. Chi non si adegua allora entra nel mondo dell’illusione e del falso. Portata alle estreme conseguenze è una specie di carcere del pensiero e della vita.
Tutto passa, tutto è opinione, tutto è illusorio, tutto è nelle tue mani. Nulla è contro natura o innaturale perché non esiste natura, non esiste verità, secondo Eraclito..
Questa due realtà si ritrovano sempre nei secoli rivestite di forme nuove e eleganti dando origine nei secoli alle divisioni tra regimi assolutisti o democratici, conservatori e liberali, dittature e rivoluzioni, ordine e sovversione, “pace e guerra”.Anche perché, come dicevo ai miei alunni, la Verita’ o l’Opinione non sono due gentili signore che si incontrano al supermercato ma prima o poi con le buone o con le cattive si incarnano in Qualcuno o in “Qualcuni”.
Questa è la storia, grosso modo, fino ai nostri giorni e probabilmente lo sarà anche in futuro e purtroppo sempre o quasi sempre con le buone o con le cattive.
Ma siamo a Natale.Che c’entrano Eraclito e Parmenide.
Ma certo che c’entrano perché tra Eraclito e Parmenide ci si infila un altro che a sua volta propone un altro concetto di natura e di verità.
Si tratta di Gesù di Nazaret nato a Betlemme. La sua nascita la ricordiamo ora con alberi addobbati, lucine a intermittenza, panettoni, champagne, baci e abbracci. A dire il vero prima o poi a questa festa cambieranno anche il nome tanto l’antico vero titolare della festa è ormai eraclitamente passato o almeno sembra. Lui e il Suo Vangelo sono opinabili.Questo Gesù ci insegna tra l’altro che fin dal principio la natura umana è corrotta. Né va idolatrata né va negata. Questo è il motivo principale per cui Egli nasce e continua a essere presente nella storia umana: sanare la natura umana, condurla pian piano verso la verità che non è una verità bella perfetta chiusa in se stessa e alla quale ognuno deve fare riferimento per non “sgarrare” come direbbe il buon Parmenide, ma al contrario come Gesù stesso dice “la verità vi farà liberi”, perché la libertà senza la verità o almeno la fatica di cercarla non è libertà. E d’altra parte Gesù ci insegna anche che questa natura umana che nei secoli si sviluppa e cresce ha pur sempre dei limiti oltre i quali c’è solo desolazione, guerra, tragedia. E quindi Eraclito e i suoi seguaci se ne devono fare una ragione.Con Gesù finalmente possiamo dire che la Verità esiste e la libertà ci serve per cercarla.
“Io sono la via, la verità e la vita”. Sono parole di Gesù. Un pensierino ci andrebbe fatto a Natale.Non solo pretende di identificare la Verità con se stesso, ma arriva a dire anche “Senza di me non potete far nulla!” Nelle sue mani passa la storia umana, la raddrizza quando è storta, la conduce alla sua pienezza, la tiene insieme nonostante i mille e i millenari tentativi di fuga e di sbando.A questa parole del Signore a Natale un pensierino andrebbe fatto.
Negli anni della mia gioventù, anni 70/80 scrissi alcuni appunti per un campeggio di giovani liceali e universitari: quasi tutti sono già nonni . Citavo una frase presa da un libro e che sembra si trovasse in una lapide dell’Università di Uppsala in Svezia: “PENSARE LIBERAMENTE E’ BELLO – PENSARE SECONDO VERITA’ E’ ANCORA PIU’ BELLO”
Quindi Gesù ci insegna che la storia non è e non può essere solo mitico progresso. Può diventare suicidio collettivo. Contro Eraclito ci invita a pensare che non tutto è opinione, che non tutto è diritti, che non tutto è libertà intesa come vuoto da riempire oggi e domani e dopodomani.
Questo è il Natale, amici cari. Il resto è folklore, sentimentalismo periodico, pubblicità e vendita.Gesù che nasce rimane per sempre il terzo incomodo, e meno male!
BUON NATALE A TUTTI