Famiglie e anziani

Lo “Stato sociale” va bene ma diventa un boomerang se i costi gravano per intero sulle spalle delle famiglie. Che welfare sarebbe?

È ciò che sta succedendo, però, con il nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro colf e badanti entrato in vigore il 1° gennaio scorso. Sacrosanti e doverosi – sia chiaro – gli aumenti di stipendio previsti per chi assicura l’assistenza domestica a un anziano o a un disabile e a chi presta servizio in qualità di collaboratore familiare, anche come baby-sitter. Parliamo di quasi un milione di persone, in Italia. Era necessario innalzare sia le retribuzioni, mediamente basse, sia il costo dei contributi che le indennità sostitutive di vitto e alloggio.

Ma per i datori di lavoro, il peso economico che si aggiunge, a fronte delle 30 ore alla settimana solitamente richieste ai loro dipendenti, ammonta, in base a un calcolo elaborato dalle organizzazioni di categoria, a circa 1.600 euro l’anno se l’operatore è a tempo pieno e convivente, e a 1.300 euro in tutti gli altri casi. E con gli “scatti di anzianità” la spesa in più aumenta ulteriormente.

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