cinema
F1
Il film di Joseph Kosinski

Stati Uniti, Sonny Hayes è un veterano delle corse automobilistiche. Dopo un passato tra i grandi della Formula 1 negli anni ’90, a seguito di un brutto incidente si è defilato dai riflettori adattandosi a corse minori. Un giorno gli fa visita il suo ex collega Ruben Cervantes, proprietario di un team di Formula 1: trovandosi in difficoltà e senza secondo pilota per il campionato gli propone un’audizione. Dopo qualche esitazione, Sonny accetta di tornare a gareggiare sperando così di riscattare la carriera bruscamente interrotta. Nella scuderia, però, non tutti lo accolgono al meglio: il giovane primo pilota Joshua Pearce lo percepisce come un ostacolo e l’ingegnere Kate McKenna lo scruta con diffidenza…
Valutazione Pastorale
Il produttore Jerry Bruckheimer è una garanzia. Tra i suoi successi a partire dalla Hollywood anni ’80 troviamo “Flashdance” (1983), “Top Gun” (1986), “Beverly Hills Cop” (1984-87), come pure la popolare saga “Pirati dei Caraibi” (2003-17) e la serie “CSI”. Suo è sempre il gioiellino “Top Gun: Maverick” (2022) diretto da Joseph Kosinski. E proprio quel set è stato favorevole alla nascita del progetto “F1”, film dedicato al mondo della Formula 1 raccontato in grande stile, con uno spiegamento di mezzi, scene epiche ed adrenaliniche, ma anche con una grintosa storia di riscatto. “F1” è una scommessa per Bruckheimer e Hollywood, perché l’industria culturale a “stelle e strisce” non ha mai davvero creduto al mondo delle quattro ruote (qualcosa è cambiato nell’ultimo decennio: da “Rush” del 2013 a “Le Mans ’66. La grande sfida” del 2019, fino a “Ferrari” del 2023). A far decollare il progetto Apple TV+ e il divo Premio Oscar Brad Pitt, che superati sessant’anni non dimostra di cedere in smalto al pari del collega Tom Cruise. Nel cast anche il Premio Oscar Javier Bardem, Kerry Condon (“Gli spiriti dell’isola”), Tobias Menzies (“The Crown”), Kim Bodnia (“The Bridge”) e Damson Idris. Tra i guest i veri piloti Lewis Hamilton (anche produttore), Max Verstappen, Charles Leclerc e Fernando Alonso.
La storia. Stati Uniti, Sonny Hayes è un veterano delle corse automobilistiche. Dopo un passato tra i grandi della Formula 1 negli anni ’90, a seguito di un brutto incidente si è defilato dai riflettori adattandosi a corse minori. Un giorno gli fa visita il suo ex collega Ruben Cervantes, proprietario di un team di Formula 1: trovandosi in difficoltà e senza secondo pilota per il campionato gli propone un’audizione. Dopo qualche esitazione, Sonny accetta di tornare a gareggiare sperando così di riscattare la carriera bruscamente interrotta. Nella scuderia, però, non tutti lo accolgono al meglio: il giovane primo pilota Joshua Pearce lo percepisce come un ostacolo e l’ingegnere Kate McKenna lo scruta con diffidenza…
“È una storia di redenzione – sottolinea Kosinski – Sonny era una giovane promessa con molta pressione sulle spalle; le cose non hanno funzionato e la sua vita è andata a rotoli, ma poi ha trovato un modo per tornare. È una storia fantastica, in cui ci si può identificare, pur essendo digiuni di corse automobilistiche”.
Dunque, sullo stesso tracciato adrenalinico e tematico di “Top Gun: Maverick” – da quel progetto proviene, infatti, oltre a Kosinski e Bruckheimer anche lo sceneggiatore Ehren Kruger –, ha preso piede, anzi velocità, il film “F1”, un racconto che fonde motori, agonismo e fratture della vita. Il protagonista è uno “sconfitto”, un talento che non è riuscito a raggiungere il podio sperato ed è costretto a vivere un’esistenza deragliata. Certo, in apparenza si dimostra distaccato e “risolto”, in verità Sonny è tallonato dai rimpianti. Quando il suo ex collega Ruben gli propone l’azzardo di tornare in pista, una seconda occasione in carriera, Sonny sulle prime esita, per paura di nuove delusioni, ma subito dopo si getta a capofitto in un’impresa audace ed epica: tornare a vincere, ma soprattutto riscattarsi, sbaragliando anche i pregiudizi di chi gli è accanto, che lo etichetta come pilota bollito.
L’ossatura del copione è lineare e prevedibile, ma a dare un twist al racconto è l’accuratezza e l’immersività delle scene di guida, a bordo delle vetture della Formula 1. Nelle sequenze d’azione – come quelle di volo per “Top Gun: Maverick” – si assapora brivido, pathos, coinvolgimento e tensione. La regia di Kosinski è determinante nel successo del film, come pure le musiche vibranti del Premio Oscar Hans Zimmer. A questo si aggiunge anche l’ottimo cast, in testa Brad Pitt, che è riuscito a mantenere lo stesso passo della produzione. Il risultato è un titolo solido e coinvolgente, pensato per l’evasione, indirizzato ad appassionati del Gran Premio ma non solo; un film che conquista anche per la parabola di riscatto del protagonista, per la (ri)costruzione dello spirito di squadra e per il percorso formativo-esperienziale che lega giovani piloti e veterani. Consigliabile, realistico, per dibattiti.