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Esperienza di Dio o illusione?
Che lo si voglia ammettere o no, l’uomo cerca insistentemente Dio, ha sete di lui, come “terra deserta , arida, senz’acqua” (Salmo 62). Siamo certi però che il Dio “sperimentato” dall’uomo è il vero Dio rivelato da Gesù o non piuttosto la costruzione dell’immagine che ci siamo fatti di lui? E’ possibile illudersi nell’esperienza di Dio? La risposta di Gesù è illuminante: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutte le tue forze” (Mc 12,30). Dalle parole di Gesù è chiaro che per fare un’esperienza autentica di Dio occorre integrare cuore, mente e forza, vale a dire tutte le componenti psicologiche dell’uomo. Altrimenti avremo un tutto emotivo, un tutto cervello e un tutto fare. Sono queste le illusioni che insidiano il cammino dell’uomo nell’esperienza di Dio.
Il tuttoemotivo o tuttocuore è un tipo sentimentale che pensa, o meglio sente, che per fare un’esperienza di Dio basta sentirlo dentro. E’ un’illusione, tipicamente giovanile, espressa nelle solite frasi “prego quando mi sento; vado a messa quando ho voglia; Dio c’è solo quando lo percepisco altrimenti…”. Questa esperienza sarà instabile, poiché instabili sono le nostre emozioni. Gli alti e bassi sono le caratteristiche del tutto emotivo che alterna momenti di forte esperienza di preghiera o messa, con lunghi periodi di silenzio.
Il tuttocervello, è il tipo intellettualoide che pensa e ripensa all’esperienza di Dio come un prodotto della propria ragione. E’ l’illusione del filosofo, matematico o architetto che riduce Dio a un puro quoziente intellettuale. Se due più due fanno quattro, il pensiero per pensiero fanno Dio. Il rischio del tuttocervello è la perdita del senso della trascendenza di Dio.
Il tuttofare, è il tipo osservante, impegnato con tutte le forze nell’esperienza di Dio. E’ l’illusione del bigotto e del fariseo che si maschera nel pio e santo. Non sarà mai in grado di dire “grazie” dato che tutto è opera della sua volontà e dei suoi meriti. Il tuttoemotivo, il tuttocervello e il tuttofare rappresentano le illusioni psicologiche dell’uomo nell’esperienza con Dio. Smascherare le illusioni è il primo passo verso la conversione che si rivela obbligatorio al tuttoemotivo, tuttocervello e tuttofare.
L’esperienza autentica di Dio coinvolge tutto l’essere umano; la sua emotività, intelligenza e volontà devono essere in perfetta armonia. Il tipo descritto da Gesù deve integrare il cuore, la mente e le forze sperimentando che sentire Dio è bello, anche quando non lo sento, anzi è la mente a ricordargli la sua presenza e le forze a spingerlo nell’esperienza. In questo passaggio la persona umana scopre che non è lui a fare l’esperienza di Dio ma Dio che fa l’esperienza dell’uomo.
Padre Maurizio De Sanctis