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Emergenza casa: il Comune aderisce al bando della Regione
di Nicola Sangiacomo
L’emergenza casa è un tema particolarmente grave nella città di Livorno, ma anche molto datato per poter parlare di emergenza.Si tratta di una questione complessa che le diverse amministrazioni che hanno governato la città negli ultimi decenni non sono mai riusciti a risolvere. Negli ultimi anni la soluzione del problema era stata “affidata” provvisoriamente alle occupazioni abusive di edifici prima di proprietà pubblica e, successivamente, anche privata. Un fenomeno particolarmente grave che, non solo non ha risolto davvero il problema, ma ha creato ulteriori rischi sociali e situazioni di grave ingiustizia nelle quali soccombono i più deboli.
La nuova amministrazione comunale sembra muoversi, almeno nei suoi primi passi, controtendenza rispetto al passato: l’assessore al sociale Raspanti ha annunciato di aver aderito al bando della Regione per ottenere finanziamenti destinati all’ampliamento del patrimonio di edilizia popolare del Comune.
Una scelta significativa che, tra l’altro, riprende anche una proposta che era stata lanciata anche dalla Chiesa livornese in occasione di varie iniziative svolte nell’ambito del Progetto Culturale e rilanciata autorevolmente dal Vescovo Giusti nel corso di alcuni suoi interventi pubblici.
La proposta nasceva da una constazione oggettiva che nessuno ha smentito: il patrimonio edilizio cittadino è molto ampio e sarebbe più che sufficiente a dare una casa a tutti i livornesi. Gli abitanti sono in diminuzione, il numero di case aumenta ogni anno ma, nello stesso tempo, cresce anche il numero di cittadini privi di una casa in cui abitare. Si chiedeva allora all’amministrazione comunale di farsi promotrice di un’azione di acquisizione immobiliare da destinare alla soluzione dell’emergenza abitativa. Azione che doveva essere accompagnata anche da una più equa gestione delle casi popolari già esistenti e dal recupero a scopo residenziale di immobili pubblici attualmente inutilizzati.
La scelta dell’assessore Raspanti di aderire al bando regionale aperto nell’aprile scorso sembra un primo significativo passo per affrontare in modo deciso l’emergenza abitativa.
Emergenza che diventa sempre più grave vista la necessità urgente di trovare una soluzione per quanti sono stati già sgombrati dal Palazzo del Picchetto, per chi abita nel complesso fatiscente della Chiccaia e per quanti occupano la torre della Cigna per la quale il Tribunale ha già disposto un’ordinanza di sgombro.
Dopo questo primo passo formale saranno necessari quindi presto altri passi concreti ma la direzione indicata dal nuovo assessore sembra quella giusta