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Effetto Covid: calano donazioni e volontari
C’è un effetto “long Covid” anche sulle donazioni. La pandemia, infatti, ha lasciato il segno sulla propensione degli italiani a donare. Il primo anno deviando ingenti flussi di denaro dalle organizzazioni non profit alle istituzioni. Lo scorso anno, quindi, facendo presagire il consolidamento di alcuni cambiamenti, in parte negativi. A cominciare dalla quota di persone che dichiarano di aver donato risorse economiche che nel 2021 sono calate di ben 2,3 punti a quota 12%.
Sono queste le tendenze misurate nel quinto Rapporto “Noi doniamo” dell’Istituto italiano della Donazione (IID) che sarà presentato lunedì 3 ottobre alle 11 a Roma. Il Rapporto analizza tre tipologie di donazione – quella di capacità e tempo (volontariato), la donazione economica (denaro) e quella biologica (sangue, organi, tessuti) – analizzando e rielaborando oltre ai dati istituzionali, quelli di diverse ricerche: l’Indagine sulle raccolte fondi dello stesso IID; le ricerche BVA Doxa: “Italiani solidali” su un campione di 2.000 individui; l’indagine multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana condotta da Istat su un campione di 25.000 italiani e l’”Italy Giving Report” di Vita non profit magazine riguardo al valore delle donazioni da privati cittadini nell’ultimo anno fiscale disponibile (in questo caso il 2019). Proprio quest’ultimo dato, il più “vecchio”, antecedente allo scoppiare della pandemia, segnalava la tendenza ad un aumento delle donazioni da individui (+2,74%) arrivate a superare i 5,6 miliardi di euro complessivi, effettuate da meno persone ma più consistenti in valore. In lieve crescita – dal 33 al 36% – secondo Bva-Doxa anche la quota dei donatori informali (coloro che, ad esempio, lasciano un’offerta in chiesa o direttamente nelle mani di una persona bisognosa) comunque ancora lontani dal 41% di prima del Covid.
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