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È tempo di rigenerazione urbana
Continua intenso il programma della Settimana Sociale a Taranto dove la Chiesa italiana è impegnata nella riflessioni sui temi dell’ecologia e del lavoro. Queste le riflessioni arrivate oggi da mons. Razzauti, delegato diocesano di Livorno, presente all’evento insieme al vescovo Giusti e a Monica Mannucci. La mattina ha visto i delegati divisi in laboratori mentre il pomeriggio spazio al confronto e al dibattito.
La rigenerazione Urbana deve sempre essere intesa anche come rigenerazione Sociale. Questa visione deve essere alla base delle politiche nazionali sul tema della Rigenerazione Urbana. Gli obiettivi primari da perseguire sono: favorire la creazione di comunità e la partecipazione attiva dei cittadini per permettere l’ASCOLTO nella definizione delle politiche di rigenerazione urbana.
Servono strumenti concreti che possano unire i diversi soggetti presenti nei territori (Patti di Comunità, Condomini Solidali, Case di Quartiere…). Sono da sostenere anche strumenti che permettano la condivisione di contenuti quali: mappature di beni comuni da rendere disponibili alle comunità, mappatura di buone pratiche che possano essere declinate in altre realtà per dare risposta ai medesimi bisogni.La Chiesa deve essere punto di riferimento per ricreare comunità. Per svolgere al meglio questa missione, si ritengono essenziali, a titolo di esempio, il progetto Policoro che va sostenuto e realizzato in ogni Diocesi e le figure degli animatori di comunità. Occorre, in sintesi, che la rigenerazione urbana non sia intesa solo come rigenerazione ambientale e/o architettonica, ma che sappia dare risposte ai nuovi bisogni delle comunità.
La rigenerazione urbana deve partire dalla rigenerazione delle nostre parrocchie. Spesso si è perduto il senso di appartenenza alla propria comunità e quindi, in conseguenza, anche alla propria Città. Dobbiamo lasciare il nostro interesse ed entrare nella circolarità dove “tutto è connesso”. La parrocchia dovrebbe diventare la vedetta dei bisogni del territorio. Dovrebbe svolgere il ruolo di compagna di viaggio per tutta la società. Passare dal senso del fare al senso dell’essere. Camminare ed incontrare lungo i nostri territori.Spingere la transizione ecologica. Essere di stimolo per il recupero dei territori da bonificare senza occupare nuovi terreni. Impegnarsi nella formazione per educare alla vera libertà.
Non fermarsi ad una formazione soltanto religiosa, ma ecclesiale, quindi universale e sociale.Prendersi cura del bene comune. Non lasciare nessuno indietro ma sentirsi responsabili di ogni persona del proprio territorio. Liberare dal vuoto di sé stessi per rieducare alla connessione interpersonale. Formazione a “sapere guardare” gli altri. Realizzare effettivi luoghi di speranza.Essere cittadini attivi nel territorio e non solo parrocchiani. La cittadinanza attiva ricuce gli strappi di un territorioPartecipare attivamente, alla vita sociale del territorio per una politica di sostenibilità
Ministro Orlando: premiare le ditte che salvaguardano la sicurezza della persona e rispettano il sistema ecologico. Far partecipare il lavoratore all’interesse verso la propria industria. Fargli sentire il valore della partecipazione in modo da sentire che non lavora per altri ma per se stesso. Istituzioni aperte ad ascolto e confronto.
Dibattito di questa sera con intervento di Zamagni: non dobbiamo temere di esprimere il nostro pensiero, dobbiamo far valere il pensiero pensante rispetto a quello pensato.
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