Dopo Francesco anche l’Onu chiede una tregua pasquale

La forza della risurrezione contro la logica della morte. Il richiamo all’umanità per fermare il disumano ricorso alla violenza, in una tragica escalation che non risparmia neanche i bambini. Mentre l’offensiva dell’esercito di Putin cambia i perimetri della sua azione, cresce l’invito a una “tregua pasquale”. Il primo a parlarne era stato il Papa, lo scorso 10 aprile, Domenica delle Palme.

«Una tregua – aveva spiegato all’Angelus – per arrivare alla pace attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Non per ricaricare le armi e riprendere a combattere: questo no. Infatti che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?». Parole chiarissime nella loro durezza che giorno dopo giorno hanno fatto breccia trovando nuove adesioni.

Come noto infatti la Pasqua ortodossa, almeno quella celebrata dalle Chiese che seguono il calendario giuliano, cadrà domenica prossima e proprio intorno a quella data si potrebbe realizzare un “cessate il fuoco” di almeno quattro giorni, fino al 24 aprile.

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