Diocesi
Don Vincenzo nella campagna CEI Uniti nel dono
L'impegno nelle RSA diventa spot per il sostegno ai sacerdoti

Don Vincenzo Puzone, parroco a Castell’Anselmo e cappellano delle RSA Villa Pascoli, Villa Serena e Coteto è uno dei protagonisti della campagna di sostegno alla Chiesa cattolica “Uniti nel dono”, che raccoglie contributi per i sacerdoti. Oggi viene diffuso il comunicato che racconta la storia di don Vincenzo e di come si fa prossimo con i tanti anziani che incontra.
“RSA per noi non significa Residenza Sanitaria Assistita, ma Ricordati Sempre Amore: è questo il nostro motto”. Con queste parole don Vicenzo Puzone racconta il suo impegno presso le RSA Villa Pascoli, Villa Serena e Villa Coteto, dove soggiornano moltissimi anziani di Livorno e provincia. Qui il sacerdote, coadiuvato dal diacono Carlo Vivaldi, trasforma giornate ordinarie in esperienze straordinarie mettendo al centro gli anziani, rispondendo al loro bisogno più profondo: non sentirsi soli. Il sacerdote trascorre molto tempo nelle case che accolgono gli ospiti, parla con loro ma, soprattutto, li ascolta, li fa divertire con momenti di festa, celebra la Messa con loro, li confessa, li aiuta nei servizi. “Mi sono inventato una valigetta con i piedini, come un carrellino – racconta don Vincenzo su unitineldono.it – Con casse, video proiettore e microfono, porto la musica nei corridoi, canto con loro le canzoni degli anni ’60 e organizzo momenti di karaoke. La loro gioia è contagiosa. Poi passo ai canti religiosi e li preparo per la Messa. Celebriamo nella cappellina, oppure nel salone, dove c’è più spazio; stampo il foglietto della celebrazione a lettere grandi, così possono seguire meglio”.
Classe 1960, originario di Caivano (NA), don Vincenzo Puzone, sacerdote dal ’90, fino a qualche anno fa era cappellano della Folgore; si divideva tra Livorno, Pisa e Pistoia, portando la parola del Signore nelle caserme della Toscana. Da tre anni ha intrapreso una nuova missione: prendersi cura degli anziani nelle RSA, senza mai dimenticare la comunità parrocchiale di Castell’Anselmo, sulle colline livornesi.
“Il cruccio più grande degli anziani – continua il prete – è il sentirsi abbandonati dalle famiglie: figli, nipoti che non vanno a trovarli, che si dimenticano di passare o di telefonare”. Per questo motivo, durante la Messa, prega non solo per gli ospiti, ma anche per le loro famiglie, affinché ritrovino il desiderio di avvicinarsi ai propri cari.
Tra i progetti messi in campo da don Vincenzo c’è anche quello della “Compagnia del desiderio”, un’iniziativa che coinvolge ospiti, personale e volontari delle RSA per realizzare piccoli sogni degli anziani: un ricordo d’infanzia, un incontro speciale con un vecchio amico, un sapore d’altri tempi come la torta di ceci, magari accompagnata da un bel bicchiere di spuma, consuetudine livornese. Questo è uno degli ultimi desideri, realizzato da uno degli ospiti, grazie all’impegno del parroco e della DUMAS, acronimo che sta per: “Diamo Una MAno al Signore”, ovvero il gruppo formato da animatori, direzione e personale delle case, che si ritrova periodicamente con il sacerdote per momenti di preghiera, fraternità e confronto.
Chiunque può aiutare a realizzare il “desiderio”, valutato da una piccola commissione, in base alle risorse e alla fattibilità.
“Stare con gli anziani è un’esperienza che mi coinvolge molto – conclude – faccio quello che posso, per essere vicino e portare allegria, ma anche il conforto spirituale e l’ascolto. Mi chiedono spesso: ma come faccio a diventare santo? Perché magari parlo loro della santità, racconto le storie dei grandi santi. Ed io rispondo che per arrivare alla santità basta partire dai piccoli gesti: dal buongiorno al vicino di letto, dalla pazienza con gli altri ospiti, magari più inquieti o pesanti: non importa imparare a memoria la Bibbia o stare inginocchiati tutto il giorno, ma offrire al Signore la propria fatica, le paure, le sofferenze. E quando mi ringraziano, scherzando dico loro che mi precederanno sicuramente nel Regno dei cieli!”
Ogni mese una newsletter Raccontiamoci redatta da don Vincenzo informa sulle attività delle RSA e offre uno spunto di riflessione con letture e meditazioni, fotografie e poesie.
Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità.
Una presenza fatta di piccoli gesti, di mani tese, di momenti di conforto che trasformano le difficoltà in speranza. Come una casa accogliente, una famiglia che unisce, una collettività che ascolta, la Chiesa risponde alle domande di chi ha bisogno di sostegno e di un punto di riferimento.
Lo spiega chiaramente la nuova campagna istituzionale della Conferenza Episcopale Italiana dal claim incisivo “Chiesa cattolica italiana. Nelle nostre vite, ogni giorno”, che si articola attorno ad alcune domande – quanto è importante per te chi ti sostiene nella fede? Che valore dai a chi aiuta ad imparare un mestiere o porta speranza ai dimenticati? – e ricorda l’impegno quotidiano dei sacerdoti e delle comunità loro affidate, attraverso immagini vive e autentiche di bambini, giovani, famiglie e anziani. L’azione visibile della Chiesa cattolica è un’opera corale per accompagnare la crescita umana e spirituale di ogni persona, senza smettere di offrire sostegno ai più vulnerabili.
“Nell’Italia di oggi, se non ci fosse la Chiesa con la sua rete solidale e il lavoro straordinario svolto da migliaia di volontari, ci sarebbe un vuoto enorme. Con la campagna – spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – vogliamo raccontare il valore tangibile di questa presenza nella vita di tante persone, cattoliche e non”.
Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza episcopale italiana si snoda tra tv, radio, web, social e stampa. Gli spot, da 15” e da 30”, raccontano una Chiesa vicina ogni giorno attraverso cinque esempi concreti: ascolto, che si traduce nella capacità di accogliere ogni voce, soprattutto quelle inascoltate; fede, che illumina il cammino di chi è alla ricerca di Dio e di significato; lavoro, che diventa impegno per offrire strumenti e opportunità a chi è in cerca di un futuro migliore; speranza ai dimenticati, che si concretizza in una mano tesa a chi si sente escluso o emarginato; ponte tra le generazioni, che valorizza il dialogo tra giovani e anziani come ricchezza e crescita per tutta la comunità.
Guarda anche gli altri video con le interviste a volontari e al responsabile RSA di Livorno
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