News
Don Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina
Giacomo nasce il 4 aprile 1884 a San Lorenzo di Fossano (Cuneo), da Michele Alberione e Teresa Rosa Allocco, in una famiglia contadina. A 16 anni entra nel Seminario di Alba, dove la notte fra il 31 dicembre 1900 e il 1° gennaio 1901 vive una forte esperienza di preghiera, e si sente obbligato a servire la Chiesa e a fare qualcosa per il Signore e per gli uomini del nuovo secolo. Viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1907. Il Signore lo vuole e lo guida in una impresa nuova, multiforme nei mezzi e nelle strutture: predicare il vangelo a tutti i popoli, con i mezzi più celeri ed efficaci, nello spirito dell’apostolo Paolo. Obbediente a Dio e alla Chiesa, il 20 agosto 1914 da inizio, in Alba, alla Famiglia Paolina, con la fondazione della Società San Paolo. Seguono nel tempo le fondazioni di altre quattro Congregazioni femminili, diverse e indipendenti l’una dall’altra, con finalità proprie, ma convergenti: Figlie di San Paolo, Pie Discepole del Divin Maestro, Suore di Gesù Buon Pastore e Suore di Maria Regina degli Apostoli. Infine, gli Istituti di vita secolare consacrata: Gesù Sacerdote, Maria Santissima Annunziata, San Gabriele Arcangelo e Santa Famiglia. Cooperatori. Tutti sono uniti tra loro dallo stesso ideale di santità e di apostolato: vivere e dare Gesù Cristo Maestro, via, verità e vita a tutto l’uomo e a tutti gli uomini nella cultura della comunicazione con tutti i mezzi più celeri ed efficaci, nello spirito di san Paolo apostolo, e sotto lo sguardo di Maria, madre, maestra e Regina degli Apostoli.Questa esperienza totale e unificatrice è vissuta da Don Alberione “alla scuola di san Paolo”; o più esatto, “per mezzo di san Paolo”; cioè ricevendo dall’Apostolo stesso il dono della sua conoscenza esperienziale di Gesù e della sua partecipazione alla sua vita divina, che poi si proietta nello slancio dell’annuncio apostolico. Da questo deriva l’insistente dichiarazione del Fondatore secondo cui solo attraverso san Paolo la Famiglia Paolina realizza il suo contatto vitale con Cristo, ne interpreta esattamente il Vangelo e vive la propria vocazione e la missione particolare nel mondo di oggi con i mezzi di oggi. Dichiara, con grande umiltà, Don Alberione nel 1960: “La mano del Signore è sopra di me; la volontà del Signore si è compiuta, nonostante la miseria di chi doveva esserne lo strumento indegno ed inetto. Dal Tabernacolo: luce, grazia, i richiami, la forza, le vocazioni: in partenza e nel cammino”. E nonostante le grandissime difficoltà che ebbe a superare nel suo itinerario di fondatore, affermava con convinzione: “Due soltanto sono i miei fastidi: che io non sono ancora abbastanza buono e voi non siete ancora abbastanza santi”. Compiuta l’opera che il Padre celeste gli aveva affidato, dopo una vita di infaticabile ed incredibile attività, sostenuta da una abbondante e profonda preghiera, il 26 novembre 1971, con 87 anni, confortato dalla visita e dalla benedizione di papa Paolo VI, lascia la terra per prendere il suo posto nella casa del Padre.