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Dicono e non fanno
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».“Dicono e non fanno”. Nel Vangelo di questa domenica Gesù non solo rimprovera chi nel popolo d’Israele aveva un ruolo religioso e sociale, ma anche lo stesso popolo, il quale si sentiva scusato dall’osservare la parola di Dio, poiché le stesse guide non la osservavano.A chi aveva un ruolo religioso e sociale il Signore contesta l’incoerenza e l’ipocrisia. Gesù nel Vangelo non contesta la debolezza di chi pur conoscendo la méta, fa fatica lungo il cammino, ma l’ipocrisia di chi neppure si avvia verso il traguardo, di chi neppure comincia un cammino e tuttavia vuole apparire giusto. Gesù contesta chi indica la montagna agli altri, senza durare la fatica di scalarla insieme. Il giudizio di Gesù è lapidario: ipocriti.La nostra debolezza, al contrario, è accolta da Gesù con misericordia e comprensione quando è da noi riconosciuta e quando con umiltà è affrontata. Solo Gesù può con la sua grazia farci progredire nel cammino di fede, raggiungere la montagna.Tuttavia Gesù nel Vangelo, a proposito delle guide del popolo, chiarisce che se esse dicono e non fanno, non per questo non si deve osservare la parola di Dio. Anzi, Gesù chiede di praticare e osservare tutto ciò che esse dicono, ma di non agire secondo le loro opere. Non possiamo avanzare scuse davanti a Dio se anche le nostre guide ed i nostri testimoni non danno una buona testimonianza. Gesù è lapidario anche con il popolo: fate quello che dicono, ma non fate quelle che fanno.Nel Vangelo Gesù rimprovera i cattivi testimoni che possono dare scandalo alla comunità, ai piccoli nelle fede, ma allo stesso tempo mette in guardia tutti dal sentirsi esenti dall’osservanza della parola di Dio. Spesso noi ci creiamo diversi alibi. Se lo fanno tutti, persino le nostre guide, lo possiamo fare anche noi. L’umiltà di cui parla Gesù nel Vangelo consiste nell’osservare la parola di Dio anche quando i nostri maestri vengono meno nei loro doveri.