Diamole volti, i nostri

La Campagna Tende di quest’anno di AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale ONLUS-ONG) a Livorno, presso il Centro sociale la Leccia, ha avuto a cena la testimonial Avsi Jihan Rahhal responsabile area comunicazioni in Libano. L’evento, organizzato e promosso dalla prof.ssa Daniela Rosellini, è iniziato con la comunicazione dei risultati della XXVII Giornata Nazionale della Colletta Alimentare del 18 novembre. Stefano Fatighenti e Carlo Bertucci responsabili per la città e la provincia di Livorno hanno reso noto che ben 53 tonnellate di generi alimentari sono stati donati dalle persone che si sono recate a fare la spesa. Un record dopo gli anni della pandemia.

“Desideriamo la pace. Diamole volti, i nostri” è il tema che caratterizza la campagna tende di quest’anno. «Una campagna annuale popolare di sensibilizzazione e di raccolta fondi che ci propone di stare davanti alla domanda: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Ci invita a non silenziare il bisogno che avvertiamo di attivarci per la pace, consapevoli che anche il più piccolo contributo che possiamo offrire ha in sé una forza generativa, capace di innescare processi di costruzione di pace.»

Jihan Rahal lavora per Avsi da dieci anni in Libano. Si occupa della comunicazione dei progetti Avsi in tutto il Medio Oriente (Libano, Siria, Iraq e Giordania). I progetti di Avsi sono principalmente progetti destinati all’educazione: infantile, dei ragazzi, professionale per i giovani. Lo scopo è quello che le persone acquisiscano delle competenze così da vivere indipendenti e non di assistenzialismo. Il Libano, una volta conosciuto come la Svizzera d’Oriente, oggi è in una profonda crisi economica e politica. Lo scoppio del porto tre anni fa ha distrutto mezza Beirut. La crisi siriana con l’arrivo di due milioni di profughi. Il Libano è un Paese piccolo con quattro milioni di abitanti. La venuta dei profughi siriani ha destabilizzato il territorio. Ulteriore peggioramento è recente con la guerra tra Israele e Palestina che vede coinvolto il sud del Libano. Israele combatte il partito degli Hezbollah presente nella regione. Da due mesi la regione è completamente isolata. Le scuole sono chiuse, i bambini studiano da casa, chi può, chi ha internet e la corrente elettrica con i generatori. Le attività lavorative sono ferme. Una situazione di vita del Paese molto pesante per la popolazione.

Nel sud del Libano Avsi ha un centro polifunzionale dove vengono svolte le attività più importanti: educative, di supporto psicosociale, attività ricreative, di cucina con le mamme. In questa regione del sud del Libano convivono più religioni. Avsi favorisce l’integrazione tra le persone. Le attività formative del Centro, in questo momento, sono sospese e vengono svolte a distanza, in remoto per motivi di sicurezza.  Un modo per dare una continuità e stare vicino alle persone. Avsi con il sostegno a distanza aiuta milletrecento bambini in questa zona. Avsi, presente i Libano dal 1996, sta vicino alle persone, di cosa hanno bisogno in quel momento cercando di fondare tutto su una educazione, una formazione e non creare una dipendenza. Questo modo di operare avviene anche nei campi profughi siriani. Mettere ogni persona, ogni bambino al centro di ogni intervento.

Jihan raccontando di sé, si è spesso domandata: «Chi me lo fa fare di rimanere in Libano in una situazione di vita così difficile, una situazione di stress, di instabilità, di incertezza? È una forza che ti viene da dentro, una cosa strana.  Il coinvolgersi con i bambini, giocare con loro, ti fa dimenticare tutti i problemi che ci sono intorno. Noi qui in Italia ci inquietiamo se stiamo due ore nel traffico. Alla fine della giornata torno a casa mia dove ho un tetto, un letto, l’acqua calda. I profughi siriani dormono in tenda su dei materassi per terra, sotto la pioggia. Questo ti ridimensiona la tua vita. Lo scoppio della guerra tra Israele e Hezbollah mi ha dato la possibilità di ritornare in Italia fino al termine del conflitto. Otto operatori italiani di Avsi potevamo tornare a casa. Noi siamo rimasti tutti in Libano. Perché io devo essere diversa da un collega libanese? Se accadrà “qualcosa” vivremo assieme quella cosa. Il fondamento degli operatori AVSI è la persona che prevale su ogni differenza».

Guarda le foto di Antonluca Moschettihttps://photos.app.goo.gl/ehZp6uQ3iDcTwK1w9