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Dal creato al Creatore nel canto del Poeta
Ragazzo, ragazzino perché piccolino e minuto; anziano, un vegliardo ora, rincorro il passato. Vivevo in un remoto paesino di montagna della Sicilia, tra i monti Nebrodi e le Madonie. La storia medievale lo ricorda per il Castello scavato nella rocca arenaria, dalle numerose caverne. Ai tempi dei Vespri, quando i Siciliani cacciarono gli Angioini, gli Sperlinghesi, nello storico maniero, ne ospitarono circa trecento. A 750 metri sul livello del mare è popolato da circa mille persone. Nell’inverno il freddo punge, la neve alta, per la gioia dei ragazzi e i non pochi fastidi dei papà che, si inventano le stradine, per entrare nelle case e muoversi per il necessario.
Nelle case il freddo è mitigato dal calore delle pentole di cucina in continua ebollizione; è quella il soggiorno più adatto dove trascorrere le lunghe giornate invernali. Le grandi pentole di rame, sempre lucide! Anche il braciere, con le braci roventi, fa la sua parte. Lo scaldino di terra cotta calda scalda i piedini freddi dei più piccoli, nel metterli a letto. Condizionatori delle case! Un sogno da mille e una notte.
Ultimato il primo grado della scuola d’obbligo, entro in collegio della vicina cittadina per proseguire gli studi. La prima classe del ginnasio, è composta da venti alunni. Il primo giorno di scuola, indimenticabile! Ed è quello che mi fa prendere la penna e scrivere, come si era solito dire una volta.
Sei prigioniero del passato, mi diceva lei. Quante volte! Seduto al primo banco, di fronte alla cattedra; un posto indietro sarei scomparso alla vista del professore. Con me, un voluminoso libro di antologia italiana. Alla prima pagina una poesia, tanto evocata negli anni!
Ora qualche verso sfugge alla memoria.
Il titolo: Che cos’è Dio.
Il poeta: Aleardo Aleardi (1812-1878)
ll professore mi invita a leggerla e si raccomanda, a voce alta.
Convinto credo, che la vocina di allora, non consentisse di essere bene ascoltata.
Frastornato e non di poco, inizio; guardo ogni tanto il professore, come a dire: vado bene?
Sento ancora la melodia, il suono di quei versi; e sono passati alcuni decenni.
E’ di Dio che si parla!
Che ne pensi, dice il professore, alla fine.
Bella, molto bella.
Non seppi dire altro.
Ora, avrei detto qualcosa.
Forse in me, il germe di imbrattare abbondantemente carte e giornali germogliava fin da allora.
Inizia a illustrarla; una omelia!
Da professore-prete, prete per davvero.
Lascio il collegio per accelerare gli studi, dopo tre anni.
Ci rivedemmo dopo decenni e in quel paesino.
Mi ero trasferito in Toscana, dove mi sono fatta la famiglia
nella città vicina alla torre pendente,
Lì in un Istituto universitario, intrapresi la ricerca scientifica.
Dopo alcuni anni di studi i colleghi delle società tosco-umbra e siculo-calabrese, di patologia vascolare, dicono per meriti della mia produzione scientifica, decidono di celebrare nel mio paese di origine un Congresso in mio onore.
Ricordo quello evento come una festa di cultura e di popolo.
Il ragazzino era tornato a casa, occorreva far festa!
Mi accompagnavano i miei due figli e la mamma, che era ancora di questo mondo; dopo tanti felici anni vissuti insieme, Dio la volle con sé.
Al pranzo d’onore accanto a me, ospite, il vecchio professore, al quale era stato detto che quel ragazzino, ora docente, lo avrebbe visto con piacere.
Si dichiarò subito disponibile.
Che felicità rivederci e rinvangare quegli anni!
Il ricordo di quella poesia non poteva mancare!
Lei si rivolge al monsignore: Mi dica, come era quel ragazzo di ieri?
E lui: era buono e bravo.
Gli Altri si guardarono, abbozzarono un sorriso, compiaciuti.
I ricordi di quel passato mi affascinano ancora: il paesino, il vivere di allora, quel professore, il primo giorno di scuola, quella poesia ricca di significati particolari.
Il più inquietante da sempre: Che cos’ è Dio.
Come ogni uomo vuole sapere la Verità, quella che si scrive con la lettera maiuscola.
Sono tante le verità che girano per il mondo!
Sono le mezze verità, non la Verità alla quale anela l’uomo.
Chi sono, Chi è Dio, perché sono al mondo, che significa andare al aldilà, chi troverò.
La ragione vorrebbe sapere tutto, arriva dove può, e quando necessita, oh! se non la soccorresse la fede.
Tanto però si può sapere anche dalle “cose”!
E’ l’ora che il poeta inizia il suo canto, che ho fatto mio, accompagnandolo ad un quadro di vita vissuta, unicamente per inquadrare il tema nel contesto sociale nel quale è avvenuto.
Come non dire di un paesino dalla vita grama; che può dare istruzione fino alla quinta classe elementare; che per continuare gli studi occorre uscirne, di un professore che ti è maestro di vita e di pensiero; di un ritorno di poche ore, per avere fatto qualcosa nell’ambito scientifico. E la poesia, eccola!
La fantasia del poeta spazia in ogni dove. prima a naso in su e poi guardandosi attorno.
Sa che “le cose” parlano, amano interloquire, ti intendono; anche esse hanno “un’anima”.
E lei lo sapeva quando accarezzava le piante di casa, parlava loro; aveva risposte, così credeva; io la irridevo, sbagliando.
La neurofisiologia in botanica oggi, ci dice tante cose.
Oh! se le conoscessimo le tante “cose” che non sono solo “cose”.
Il poeta alza gli occhi al cielo in una serena sera d’estate e vede “un tremolio di punti d’oro d’ atomi d’argento”
Sono le stelle.
Quanto è dolce e accattivante la sua domanda, con quanta grazia parla!
“Dite o luci belle,
Ditemi, Che cosa è Dio ?
“Ordine” rispondono le stelle.
Fa sua quella risposta, pare la condivida.
E da uomo di cultura quale è. il poeta ricorda.
Beatrice nel primo canto del paradiso (105) dice a Dante: “ Le cose tutte quante hanno un ordine tra loro e questo è forma che l’universo a Dio fa somigliante che i cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia la gloria delle sue mani… “le stelle non hanno favella, né parole, la loro voce non s’ ode, ma la loro armonia si diffonde per tutta la terra e il loro messaggio giunge fino all’estremità del mondo”(Salmi 19, 1-4)
Qualche dubbio però gli passa per la mente.
Se Dio ha creato il mondo ed è ordine, perché tanto disordine?
Però tra sé e sé: Dio ha creato l’uomo libero, è lui che si fa del male.
“Per il fatto che Dio crea con sapienza, la creazione ha un’ordine…Tu hai disposto tutto con misura, calcolo, peso “(SAP 11-20)
“Dio non è un Dio di confusione, ma di pace” ( Corinzi 14-33).
Facendo mente ai ricordi filosofici ricorre a San Tommaso” genio dell’ordine”.
“ Ciò che Dio ha soprattutto a cuore nelle cose create è l’ordine dell’universo”.
(Contra gentes 111,64)
“L’ordine dell’ universo è scientemente creato da Dio”.
(Summa theologiae 1.q.15,a.2)
“Se Dio conosce altre cose al di fuori di sé stesso conoscerà soprattutto d ciò che è ottimo, circa l’ordine universale si ordinano tutti i particolari del mondo”.
(Contra gentes 1.71)
“ Il meglio delle cose create è la perfezione dell’universo, che consiste nell’ordine delle cose…La diversità delle cose proviene pertanto dall’intenzione principale della Causa prima “
(Contra gentes 11.44)
“ La Provvidenza di Dio fa buon uso del male, a volte per l’utilità degli stessi che li patiscono….altre volte a vantaggio di altri”.
(De Div Nom 1q lect.23)
E il poeta dubbioso insiste. nel mondo c’è tanto male.
E ancora il Sommo per bocca di Beatrice: “ Vero è che come forma non s’accorda molte fiate a l’intenzione de l’arte perch’ a risponder la materia è sorda…. (paradiso canto 1°)
Dio non vuole il male!
L’uomo se lo costruisce tradendolo.
Dio è il Bene!
Non pago, cerca ancora, il poeta.
La stagione fredda è passata.
E’ aprile.
Allo sguardo: la valle, i monti, i prati, il rio.
Quanti fiori sbocciati al calore del sole!
Sono mille i loro colori .
A questi si rivolge con grazia:
Dite, o bei colori, ditemi, che cosa è Dio?
E loro: Bellezza mi rispondono quei fiori
La mente del poeta va lontano nel tempo:
Le Scritture, anche loro celebrano la bellezza di Dio e delle creature.
,“Dalla grandezza e dalla bellezza delle creature si contempla il loro artefice”.
(Genesi 1,27)
“ A immagine e somiglianza, immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò”.
(Genesi 1,27.)
“ Tu interroga ora le bestie e ti istruiranno, gli uccelli del cielo e telo diranno, o parla alla terra, ed essa ti istruirà; i pesci del mare te lo racconteranno.
Tutte queste creature chi non sa che la mano dell’eterno ha fatto questo.
Egli ha nelle sue mani la vita di ogni essere vivente e lo spirito di ogni essere umano”
(Giobbe 12.7,10)
E Agostino non è di meno.
“Interroga la bellezza della terra, interroga la bellezza del mare, interroga la bellezza dell’aria diffusa e soffusa. Interroga la bellezza del cielo, interroga l’ordine delle stelle. Interroga il sole che con il suo splendore rischiara il giorno; interroga la luna che con il suo chiarore modera le tenebre della notte. Interroga le fiere che si muovono nell’acqua, che camminano sulla terra, che volano nell’aria: anime che si nascondono, corpi che si mostrano: visibile che si fa guidare, invisibile che guida.
Interrogali.
Tutti ti rispondono: siamo belli. La loro bellezza li fa conoscere.
Questa bellezza mutevole…chi l’ha creata, se non la bellezza immutabile?
Agostino (241,2-3 ) Discorsi
Le Scritture che trattano della bellezza dell’uomo e delle cose ci inducono al fascino della Bellezza del Creatore.
Di quanto godimento è la lettura del salmo 104 che celebra la bellezza della creazione e con essa quella del Creatore!
Non sono solo bellezze estetiche: dicono di virtù, di amore.
“ Impariamo a vedere il Creatore quando contempliamo la bellezza nella Bibbia, anche sugli alberi, sui fiori, nelle nuvole…la ragione può conoscere Dio attraverso il libro della natura…il linguaggio della bellezza è pluriforme si esprime con tutte le espressioni dell’arte. Tutte le bellezze da quella che si manifestano nel creato a quelle che esprimono l’arte possono diventare una via verso il Trascendente, vero mistero ultimo, verso Dio”
Giovanni Paolo 2° Agli Artisti aprile 1999.
“ Tra Vangelo e arte una indagine feconda. La chiesa ha bisogno dell’arte”
…la bellezza una delle apologie più convincenti della fede cattolica”.
Benedetto XVI messaggio al Meeting dei popoli. Rimini 2012.
“ La bellezza è teofania” Von Han Urs Balthazar.
Saggi di teologia Jaka Book 205 Milano
“ La bellezza la via che porta l’uomo verso il cielo.
G.Fighera in Cultura 2005 .
Le stelle, il creato in festa, i fiori dai mille colori non gli dicono tutto.
Eppure il loro linguaggio dice tanto!
E’ lui che non sa o dubita di coglierlo.
E giunge all’ultima interrogazione.
E’ da un suo simile che spera ancora.
Sarà lui a dargli la risposta più appagante?
Lo trova, lo guarda negli occhi, fissa la sua pupilla.
Ah! la pupilla si.
Dai tanti colori, è il più bel segmento dell’occhio.
Da lei spera, lei sa la verità.
Sa tutto.
E a lei dice: Dimmi se il sai bel messagger del core,
Dimmi che cosa è Dio?
E lei, senza esitare: Amore
Il Poeta è felice in cuor suo, sembra quasi abbozzare un sorriso e un grazie.
No, la pupilla non può ingannarlo: è lo specchio dell’anima.
Ti dice tutto quello che un uomo pensa, vuole, ama.
Con una voce, non voce, dice tutto.
Amore è tutto!
Forse esausto, forse appagato, il poeta chiude il suo canto.
Lei, la bella pupilla vorrebbe ancora dirgli:
Dio crea l’uomo a sua immagine e somiglianza, per amore.
Dio si fa uomo per redimere l’uomo, per amore.
Dio perdona l’uomo, per amore
Dio prigioniero nel tabernacolo, per amore.
Dio crea l’universo perché l’uomo se ne meravigli, per amore.
Dio dà all’uomo la compagna della vita, per amore.
E quant’altro, Dio è amore!
Il Santo cantore, Agostino:
“ Cosa tu possa concepire non è quella.
Ma affinché tu possa averne qualche gusto, Dio è amore”.
“O Amor che il ciel governi”.
Paradiso 1,74
“S’aperse un nuovo è l’Eterno Amor”
Nel lontano allora, quel ragazzino, letta la poesia, alla richiesta del professore cosa ne pensasse, rispose con un convinto: bella!
Non seppe dire di più.
Ed ora? Che cos’è Dio è una melodiosa e religiosa ricerca della Verità dell’uomo:
Chi sono?
Da dove vengo?
Dove andrò?
Soprattutto Che cos’è Dio?
E’ il Creatore.
Domande, richieste a “cose” che sembrano senza anima; ed un’anima hanno.
Un componimento poetico, che esprime la tensione della ragione che vuole sapere tutto e che sa di non poterlo sapere.
Che cos’è Dio è una poesia cristiana che come tutte “ spesso raggiunge un alto valore non solo teologico ma anche letterario”
Giovanni Paolo 2° agli Artisti nel 1999.
“ Quel testo poetico rende visibile quel filo sottilissimo di luce che avvolge l’anima e la collega a Dio”.
Se Aleardi avesse potuto leggere la Fides et ratio di Giovanni Paolo 2°
avrebbe composto il melodioso e problematico:
Che cos’è Dio?
Per Lei
Non sento più la tua voce.
Vivi in un tripudio di Grazia, alla vista più luminosa che l’occhio umano non può percepire, là dove regna: Ordine, Bellezza, Amore.
E il tuo nome è Grazia.
p. m.