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«Cresciamo i nostri figli senza l’ansia della perfezione»
È il mestiere più difficile che esista. Quello per cui Donald Winnicott, uno dei più grandi teorici della relazione genitore-figlio, invita ad accontentarsi di essere “sufficientemente buoni”. Mentre per lo psicoanalista Bruno Bettelheim i genitori possono solo augurarsi di diventare “quasi perfetti”.
E se invece a essere sbagliata fosse la prospettiva? Se il segreto per diventare le mamme e i papà migliori fosse proprio l’imperfezione e la libertà di sbagliare?
Ne è convinta Carlotta Cerri, 38enne educatrice di formazione montessoriana, mamma di Oliver, 9 anni ed Emily, 7, che nel suo libro “Cosa sarò da grande” appena pubblicato da Vallardi (lo presenta domani, martedì, alle 18 presso la Libreria Rizzoli Galleria di Milano) lancia un messaggio a tutti i genitori. “Ribaltate le vecchie prospettive, crescete i vostri figli senza l’ansia della perfezione. Soprattutto cercate dentro di voi il modo per educarli, ripartendo da voi stessi, liberandovi di luoghi comuni, vecchi precetti e metodi. Solo così sarete in grado di conoscere davvero i vostri bambini e accompagnarli nella vita”.
L’autrice evidenzia quel vizio di fondo dal quale parte la sua riflessione. “Tutti tendiamo a educare nel modo in cui siamo stati cresciuti. Nel testo ho usato l’immagine della ruota del criceto. Anche noi corriamo senza mai riuscire a staccare, replicando schemi e abitudini che abbiamo appreso e sedimentato, incapaci di metterci in discussione. Al contrario, scegliere di educare diversamente significa decidere di scendere dalla ruota, adottare uno sguardo rinnovato per riconoscere davvero chi sono i nostri figli e chi siamo noi genitori”.
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