Confidenza

Roma, oggi. Pietro Vella è un docente-scrittore in pensione. Vive con un peso nel cuore, la paura che venga rivelato un suo segreto e immagina di togliersi la vita. Ritorna con la mente agli anni ’80, quando giovane insegnante di liceo intreccia una relazione con una sua brillante allieva, Teresa, appena diplomata. Un amore intenso, coinvolgente, tormentato, che prende una piega inaspettata quando una sera Pietro e Teresa si confidano dei segreti che non hanno mai avuto il coraggio di rivelare. Da quel momento l’uomo inizierà a vivere nel terrore…

Valutazione Pastorale

Daniele Luchetti, romano classe 1960, in quasi quarant’anni di carriera ha messo in fila una serie di racconti di matrice sociale che accostano denuncia, impegno civile e lampi di ironia pungente, trovando una marca stilistica riconoscibile. Tra i suoi titoli: “Il portaborse” (1991), “La scuola” (1995), “Mio fratello è figlio unico” (2007), “La nostra vita” (2010) e “Lacci” (2020). Ha diretto anche la terza stagione della serie “L’amica geniale” (2022) e il doc “Codice Carla” (2023). Dal 24 aprile torna al cinema con “Confidenza”, un thriller esistenziale che prende le mosse da un romanzo di Domenico Starnone; a firmare il copione insieme al regista è il Premio Strega Francesco Piccolo. Protagonisti Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini, Pilar Fogliati e Isabella Ferrari. La storia. Roma, oggi. Pietro Vella è un docente-scrittore in pensione. Vive con un peso nel cuore, la paura che venga rivelato un suo segreto, e immagina di togliersi la vita. Ritorna con la mente agli anni ’80, quando giovane insegnante di liceo intreccia una relazione con una sua brillante allieva, Teresa, appena diplomata. Un amore intenso, coinvolgente, tormentato, che prende una piega inaspettata quando una sera Pietro e Teresa si confidano dei segreti che non hanno mai avuto il coraggio di rivelare. Da quel momento l’uomo inizierà a vivere nel terrore… “‘Confidenza’ – sottolinea il regista – tortura il suo personaggio, Pietro Vella, perché spreca la sua unica vita di uomo per vivere nella paura dell’amore e nell’amore per la paura. Lo pedina nello spavento e nello spavento gli augura di chiudere la sua parabola.

Con il cast abbiamo lavorato costantemente alla ricerca di sottotesti distorti, per dare il senso di uno squilibrio perenne”. Luchetti è come sempre bravo e molto abile nel confezionare racconti di sostanza e senso, ammantati da un respiro sociale. Qui la traiettoria segue il personaggio di Pietro, insegnante disciplinato e trascinante, che però rivela non poche fragilità e chiaroscuri a livello personale: è insicuro, ondivago, in cerca di rassicurazioni, spaventato dal peso dei suoi segreti e tendenzialmente controllore delle donne della sua vita. Come chiosa il regista: “Un maschile intossicato dal narcisismo, dal senso di essere impostori”. Il tessuto narrativo del film si compone di temi interessanti, anche di stringente attualità, a partire dalla riflessione su maschile e femminile, verità e peso dei silenzi, irrisolti del passato, come pure la dimensione didattica, le relazioni familiari e la genitorialità. Un film fin troppo carico di piste narrative e aspettative però non sempre governate in maniera salda, anzi qua e là si colgono delle dispersioni. Se la regia di Luchetti è sempre di grande incisività, mai banale, in “Confidenza” l’equilibrio tra contenuto e forma appare poco armonico, rivelando uno svolgimento un po’ faticoso.

Elio Germano si conferma bravissimo nel cesellare i suoi ruoli, entrandoci dentro con convinzione e rispetto, donando loro una chiara identità e verità. E fa così anche con Pietro, che appare sfaccettato tra tonalità di tenerezza e altre marcate da ombrosità, egoismo asfissiante. A regalare un’atmosfera elegante e insieme spigolosa sono le musiche di Thom Yorke, leader dei Radiohead, che con Daniele Luchetti aveva lavorato per lo splendido doc “Codice Carla” (2023) su Carla Fracci. “Confidenza” è complesso, problematico, per dibattiti.