Diocesi
Come San Francesco, imitiamo il Signore!
Nel giorno della ricorrenza di San Francesco d’Assisi, il Vescovo Simone celebra la Santa Messa d’inizio anno per gli insegnanti di religione cattolica della Diocesi di Livorno. Nella Chiesa della Santissima Trinità dei Frati Minori Cappuccini davanti l’altare è appoggiato un dipinto che rappresenta la salma di San Francesco avvolto dalla Spirito Santo che scende dal cielo in forma di colomba.
San Francesco era una persona contenta ma allo stesso tempo fa un’esperienza di Dio che ci lascia sbalorditi. Un rapporto con tutta l’esperienza della vita umana che ci fa riflettere quando arriva a chiamare “sorella morte” la Sua fine. San Francesco nel giorno del transito dice: “che non c’è un peccatore più grande di me”. Quando uno è vicino a Dio è profondamente umile. Il santo racconta il senso della vita di ognuno di noi se ispirata completamente a Dio.
Monsignor Simone nell’omelia sottolinea che San Francesco ha vissuto il Vangelo mentre oggi prevalgono altri comandamenti che seguiamo con scrupolo. Il Vescovo ha provato ad elencare questi precetti. Il primo è la cura del corpo: palestra, piscina, danza e se non c’è tempo per il catechismo e per la messa, pace; il secondo, è l’attenzione al cibo in qualità e quantità; il terzo, è l’attenzione al denaro con il quale si può soddisfare ogni desiderio; quarto precetto, essere attenti al mio ragazzo o alla mia ragazza fintanto che non mi innamoro di un altro e contemporaneamente sto insieme con più di uno; il quinto, è l’attenzione al sesso, è un piacere da ricercare fin da subito, in età precoce, poi se succedono fatti come quello di Caivano, che significa, l’importante è divertici; sesto, l’uso di sostanze stupefacenti, all’inizio soltanto lo spinello, cosa può fare?; il settimo comandamento è l’alcol, è tuo amico, basta non farsi beccare dalla polizia; ottavo precetto, attento al mondo virtuale, la finzione diventa realtà, se non hai follower e non appari non sei nessuno; nono precetto, tollerante verso tutti e tutto fintanto che non creano problemi, a quel punto va bene farsi giustizia per conto proprio; decimo precetto, rivolgersi verso un dio come ognuno se lo immagina, costruito dalla propria soggettività che condanna o approva soltanto quello che proviene dai social e dalla televisione. Questi sono alcuni comandamenti della società civile e se ci vai contro sei un reprobo. Monsignor Simone insiste che questi dieci comandamenti della società borghese-edonistica non ci salvano. Al termine della vita c’è la tomba, ma la morte è signora e padrona? Noi non siamo destinati alla morte. San Francesco lo dimostra, non era perfetto, come nessuno di noi, ma lo è diventato imitando il Signore! Per noi vale la frase famosa di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura dei Santi”.
Al termine della Celebrazione Eucaristica la Professoressa Francesca Nacci, responsabile dell’ufficio Scuola diocesano, ha consegnato i mandati del Vescovo agli insegnati di religione cattolica delle scuole paritarie.
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