Come fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico

Agricoltura sostenibile e valorizzazione delle donne

Salve, mi chiamo Dumisani Vilakati** e sono un sacerdote della Diocesi di Manzini, nello Stato africano di Eswatini. Lavoro presso il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale come Coordinatore Regionale per l’Africa nella Sezione Ascolto & Dialogo.

La Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium affida al Dicastero il compito di accompagnare le Chiese locali nei processi e nelle attività che promuovono lo sviluppo umano integrale. È un compito che comprende diverse attività in tutti i Paesi del mondo. Oggi voglio parlarvi di un’attività, un progetto, promosso dalla Chiesa in Etiopia, che il Dicastero sostiene e accompagna.

Questo progetto si svolge nel Vicariato di Soddo, nella Parrocchia di San Simeone ad Arbaminch, una città nella zona di Gamo, ed è gestito dalla Congregazione dello Spirito Santo, più nota come Spiritani.

L’obiettivo generale del progetto è quello di aiutare la comunità locale ad affrontare gli effetti negativi del cambiamento climatico, migliorando i metodi di coltivazione per contrastare la fame e la povertà. Il progetto mira anche alla salvaguardia delle persone vulnerabili.

Nella zona esistono diversi ostacoli allo sviluppo umano integrale. Le comunità sono povere e molte famiglie che hanno come capofamiglia una donna vivono in condizioni di estrema povertà e insalubrità. Ogni giorno, le donne devono camminare per più di dieci chilometri fino alle foreste vicine in cerca di legna da ardere. Questo le espone a diversi rischi e pericoli, tra cui la violenza sessuale, gli arresti arbitrari da parte delle forze armate, problemi di salute e violenza in generale. A volte i loro figli, lasciati soli a casa, vengono maltrattati. A ciò si aggiunge la sfida dell’alta inflazione nel Paese, che mina il potere d’acquisto dei cittadini comuni.  L’attuale situazione di siccità nel Paese ha peggiorato la situazione di queste persone che tendono a spostarsi da un luogo all’altro in cerca di pascoli più verdi.

Il progetto avviato ad Arbaminch raggiungerà il suo obiettivo generale attraverso le tre attività seguenti:

  1. Formazione, o rafforzamento delle capacità, per migliorare la gestione delle conseguenze ambientali dei cambiamenti climatici, nelle comunità urbane e rurali vulnerabili della zona di Gamo.
  2. Acquisto e distribuzione di mezzi di produzione e materiali agricoli, tra cui tubi per l’approvvigionamento idrico, annaffiatoi, forche da giardino, ecc. Nello specifico, saranno acquistate, distribuite e coltivate piantine di alberi da frutto (semi di mango, avocado e fagioli). Sarà offerta una formazione sulla preparazione del compost organico per promuovere una produzione alimentare sana, e sarà dato poi avvio all’attività. Sarà favorito l’acquisto e la disponibilità di animali per l’allevamento, e qui parliamo di piccoli ruminanti (capre per la precisione), allevamento di bovini e pollame.
  3. Con l’intento chiaro di favorire la partecipazione femminile, il progetto affronta le disuguaglianze esistenti attraverso il confronto all’interno delle comunità. In questo ambito le attività comprendono la conduzione di workshop periodici e dialoghi familiari sull’abuso. In questo modo, la comunità è meglio informata e sensibilizzata sulle questioni critiche dell’abuso e della salvaguardia dei soggetti vulnerabili.

Un totale di 300 famiglie beneficerà direttamente del progetto, il che significa che circa 2400 persone ne trarranno beneficio.

**Coordinatore Regionale per l’Africa nella Sezione Ascolto & Dialogo presso il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale

Guarda il video https://youtu.be/BPAl7AD2IU0