Diocesi
Chiamati a votare, ma con gli occhi aperti
Le elezioni europee si avvicinano: il vescovo Simone, accogliendo anche le indicazioni dei Vescovi dell’Europa, invita ad andare a votare e a conoscere programmi e candidati per esprimere la propria preferenza con consapevolezza.
La responsabilità dei cristiani, la forza di un voto – quello alla prossima tornata elettorale dell’8 e 9 giugno per il rinnovo degli organismi dell’Ue – che non può vederci assenti, ma sapendo per chi votiamo. Andare a votare in tanti è già un messaggio politico in riferimento all’importanza dell’Ue.
1. Oggi non possiamo esonerarci dalla responsabilità, né in politica, né in Italia, né in Europa.
2. Il pensiero diffuso nel nostro continente è individualista, esattamente il contrario di quello che spinse a edificare l’Europa da tre statisti tra l’altro cristiani.
3. Ciò che ci caratterizza, come cristiani europei, sono il valore della vita, dal concepimento alla dipartita, la solidarietà e il rispetto della persona. L’universo valoriale per noi è indivisibile e non sarebbe accettabile indicare una preferenza per gli uni piuttosto che per gli altri. Dobbiamo tenere insieme questi valori. La persona va difesa all’inizio, durante e alla fine della vita. E naturalmente invitiamo a scegliere in maniera responsabile chi salvaguarda meglio questo insieme.
4. La politica estera europea costruttrice di pace.
Il tema della guerra in Ucraina è stato vissuto come uno smarrimento, per cui l’Europa ha concordato sulle sanzioni, sulle armi, ma non è riuscita a immaginare una proposta di riconciliazione, tanto che la parola d’ordine non è come ricostruire la pace, ma in che modo fermare la Russia. Bisognerebbe promuovere uno sforzo diplomatico all’altezza della sfida e del momento. Il Papa lo chiede ogni giorno. È realisticamente possibile dialogare con Putin? È senza dubbio molto difficile. Ma una cosa è cercare di stabilire un rapporto diretto, pur necessario, un’altra è cercare di agire su tutti gli attori in gioco. Pensiamo al ruolo di altri paesi, come abbiamo visto nelle votazioni in seno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu o in altre situazioni. Sono auspicabili iniziative a tutto campo, non solo parlare con il soggetto direttamente interessato.
5. La soffocante burocrazia europea, che porta talvolta a rinunciare a bandi per i finanziamenti offerti dall’Europa, come è successo per alcune Caritas o altri Enti del Terzo Settore, perché gli organismi Ue non sanno distinguere tra Caritas e grandi imprese che fanno business.
La conclusione?
Andare alle urne è un dovere ma occorre conoscere i candidati e ciò propongono.
In primis, come la pensano in merito al presunto “diritto all’aborto” da inserire addirittura nella carta fondamentale europea? Siamo passati dal “dramma dell’aborto” a una sua visione quale diritto, diritto a sopprimere la propria creatura!
In secondo luogo la valorizzazione della famiglia perché chi ha a cuore la dignità della persona ha a cuore la famiglia.
In terzo luogo, la solidarietà
Quarto: il tema della pace quale urgenza inderogabile da edificare attraverso la diplomazia e il dialogo.