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Che cos’è una raffineria?
Nei locali del Circolo culturale “Il Centro” di Via Trieste si è tenuta una conferenza-dibattito sul tema: “Che cos’è una raffineria?”. Ne è stato relatore il dottor Paolo Fiaschi, ex responsabile tecnologico dell’ENI, l’incontro è stato introdotto dal dottor Massimo Cappelli che, all’inizio, ha sviluppato alcune interessanti considerazioni sulla situazione economica di Livorno. Sarebbe opportuno -ha detto- far tornare nuovi investitori nella nostra città, ma purtroppo non c’è un atteggiamento propositivo da parte delle istituzioni e si può affermare che l’ultimo investitore di cui Livorno ha tratto un beneficio sia stato Benetti.
Il dottor Fiaschi ha quindi spiegato come verrà impiegata la muova raffineria, o meglio la “bioraffineria”. Il nuovo impianto ha lo scopo di raffinare gli acidi grassi, i trigliceridi, di lavorare in pratica gli oli vegetali, in primo piano l’olio di palma, per produrre gasolio. Si tratta quindi, grazie al processo di raffinazione, di eliminare il carbossilico, al fine di produrre gasolio e cherosene. Tutto questo si verifica già negli stabilimenti di Venezia e Gela e la produzione di Livorno sarà analoga alla loro con caratteristiche di produzione eccellenti, per questo motivo l’impianto sarà strutturato in maniera diversa da quello che c’era prima. L’intento è anche quello di seguire le direttive emanate dalla Comunità Europea in merito alla qualità dei combustibile, con l’impegno di aumentare i combustibili biologici.
Si tratta perciò di affrontare la problematica ecologica a cui si deve tendere, da notare però che solo l’Europa si è orientata verso questa direzione, per cui oggi, ci troviamo di fronte ad un periodo che potremmo definire “di transizione”. Infatti, in molti paesi, al di fuori dell’Europa, esistono problemi politico-economici da superare per condurre l’intera trasformazione in maniera globale e controllata .
La concentrazione di CO2 nell’atmosfera -ha continuato Fiaschi- ha un incremento preoccupante, l’effetto serra, la produzione di calore dovuto all’elettricità, i trasporti, sia stradali che aeronavali inducono a produrre energia elettrica da fonti combustibili, ecco allora il motivo che impone una nuova tecnologia “ecofining” per la produzione di gasolio fossile. Venezia con il suo “reforming idrogeno” ha costituito la prima bioraffineria, la nuova produzione di Livorno si ispira a lei, si parte da una raffineria integrata per arrivare ad una raffineria complessa, ma questo passaggio -ha detto il relatore-”non è complicato”.
Il dibattito ha privilegiato il tema dei posti di lavoro, in una situazione come quella livornese dove si sta parlando del licenziamento di 104 lavoratori del call center. E’ necessario anche ricordare che la scelta della raffineria è stata compiuta in alternativa alla chiusura della vecchia struttura Eni e quindi alla perdita quasi totale dei posti di lavoro. Nel settore innovativo della raffineria saranno impiegati 70 dipendenti, è probabile quindi che, in un primo momento, qualche decina di persone in meno ci saranno, ma comunque gli impianti ENI preesistenti, quello del magazzino, dei lubrificanti e dei carburanti, rimarranno. E’ certo che quello dei posti di lavoro è un problema sociale, per questo è importante affermare che il nuovo impianto può avere degli ulteriori sviluppi. Ci sono delle “potenzialità” che si potrebbero sfruttare mediante un collegamento con “il ciclo dei rifiuti”, i rifiuti possono rappresentare una opportunità grandissima in relazione al riciclo e al riutilizzo degli scarti.