Beata te

La sera in cui Marta Palladino festeggia i 40 anni in un locale, dove gli amici brindano al successo del suo spettacolo come regista teatrale, all’improvviso le appare davanti uno strano tipo che, con accento sudamericano, le dice di essere l’Arcangelo Gabriele e le annuncia che diventerà presto madre…

Valutazione Pastorale

All’origine c’è l’opera teatrale “Farsi fuori” scritta da Luisa Merloni, messa in sceneggiatura da Lisa Nur Sultan e Carlotta Corradi. Un cast tecnico quindi composto soprattutto da donne per una storia che comincia e resta dalle parti di un tema squisitamente femminile come la maternità, declinato qui nell’ottica contemporanea della donna che, arrivata alla fatidica età dei quaranta, si sente realizzata nella sua professione creativa di regista teatrale senza avvertire la mancanza di una famiglia. Con l’imprevisto inconveniente di una presenza – l’Arcangelo Gabriele – che scompagina le cose e rimette in gioco la ferrea convinzione di Marta sul destino che l’attende. Entrando fin dall’inizio nel gioco narrativo, Gabriele si ritaglia un ruolo che copre vari aspetti e disegna molteplici situazioni. Il ruvido duello Marta-Gabiele è l’occasione per dare il via a un fuoco di fila di battute, quasi sempre azzeccate, scivolose e pertinenti. A reggere alla grande il gioco c’è Serena Rossi, in una prova di bella maturità; accanto a lei Fabio Balsamo è l’Arcangelo Gabriele, dai tempi comici perfetti, come pure Paola Tiziana Cruciani, Gianni Ferreri, Valentina Correani, Elisa Di Eusanio e Corrado Fortuna. Classe 1970, milanese, Paola Randi dirige il suo quarto lungometraggio (“Into Paradiso”, 2010; “Tito e gli alieni”, 2018; “La befana vien di notte. Le origini”, 2021), un film che dimostra una incoraggiante crescita di stile e di linguaggio. Le immagini scorrono fluide, seguendo uno sviluppo che coniuga la favola con la realtà di un tema del tutto serio e attuale. Ben scritto e ben costruito, “Beata te” si pone con bravura in un cinema italiano che unisce in maniera costruttiva divertimento e riflessione. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, brillante, per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e per dibattiti, come favola sociale rivolta ad ampie fasce di pubblico, per una riflessione sulla sulla donna e la maternità oggi.