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Bambini, il piano che non c’è
Se è vero che «le scuole chiuse sono una ferita per tutti», come scandisce il presidente della Reppublica Sergio Mattarella rivolgendosi commosso ai ragazzi nel videomessaggio di ieri pomeriggio, per le famiglie lo è anche il contenuto del nuovo Dpcm sulla “fase 2”. Che, nuovamente, dimentica su tutti i fronti i bambini.
Avevamo già parlato della questione settimana scorsa su Avveniree sempre su Avvenire il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli aveva sottolineato come l’argomento fosse invece fortemente sentito dal Comitato tecnico scientifico, tanto da averlo trasformato in una delle priorità nel confronto col governo. Peccato che nel testo del decreto tale attenzione non emerga affatto: non solo dal 4 maggio in avanti per i più piccoli continuerà a mancare il punto di riferimento degli asili e delle scuole, ma non saranno consentiti momenti di gioco o di svago all’aperto, non saranno previste attività di alcun tipo in cui (pur nel distanziamento sociale) possano essere impegnati, non saranno riaperti gli spazi dedicati ai bambini presenti all’interno di parchi, giardini e ville (che invece potranno essere accessibili al pubblico).
Divieti a parte, «è consentito svolgere individualmente, ovvero per i minori e le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni attività». Accompagnati da chi e quando, visto che dal 4 maggio molti genitori torneranno a lavorare, è difficile da prevedere.
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