Avvento: il senso di un’attesa

“Avvento” – dal latino “adventus”, venuta – è il nome del tempo liturgico che precede il Natale. Esso indica la duplice venuta di Gesù: quella compiutasi con la sua incarnazione duemila anni fa, e quella del suo ritorno glorioso che avverrà alla fine dei tempi. Naturalmente, parlare di “venuta” significa anche parlare di “attesa”, dal momento che le due dimensioni sono generalmente correlate.La gamma delle situazioni nelle quali facciamo l’esperienza dell’attesa è molto ampia. Vi sono circostanze quotidiane, come l’attendere che i figli rientrino dalla scuola o al lavoro e che il pasto sia pronto per mettersi a tavola, che l’autobus sia puntuale, che l’imbottigliamento del traffico si risolva quanto prima, che arrivi il proprio turno in un ufficio pubblico, che il PC termini di scaricare il file desiderato, che il fidanzato/a giunga puntuale all’appuntamento fissato e così via.

Accanto a queste situazioni, diciamo così, ordinarie e prosaiche, ve ne sono naturalmente di più complesse e difficili, come l’attesa di un referto medico che potrebbe decidere del futuro della propria vita, o l’attesa che  risolva un’incomprensione, un disaccordo, una lite che ha provocato dissapori e amarezza con qualche familiare o amico. D’altra parte vi sono anche attese cariche di positività, come quella di una mamma “in attesa” che fa il conto alla rovescia, o quelle riguardanti un’annunciata promozione in campo lavorativo o un traguardo accademico. A seconda del loro tenore, ognuna di queste attese può essere vissuta con serena pazienza o con malcelata sopportazione o presi dall’impressione che il tempo non passi mai. Come credenti, non esitiamo a spalancare i nostri cuori, le nostre menti e le nostre azioni al soffio irruente e dolce della Vita di Dio, e gridiamogli con tutte le nostre forze: “Marana-tha! Vieni, Signore Gesù!”.