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Assistere i malati, non farli morire Il richiamo dei vescovi del Nord Est
«Suicidio assistito o malati assistiti?». Se lo chiedono i vescovi delle 15 diocesi del Triveneto in una nota condivisa con la Pastorale della Salute. Sorpresi, gli stessi vescovi, dell’accelerazione che le Regioni hanno voluto dare alle raccolte di firme – 7mila in Friuli Venezia Giulia e 8mila in Veneto – in calce alle proposte di legge d’iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito.
Le Chiese del Nord Est, attraverso i loro pastori, non nascondono dunque la preoccupazione che, per assecondare alcune situazioni, si perda di vista l’accompagnamento del gran numero di persone in sofferenza, che magari gravano soltanto sulle loro famiglie. «Si rimane molto perplessi di fronte al tentativo in atto da parte di alcuni Consigli regionali – scrivono infatti i vescovi – di sostituirsi al legislatore nazionale con il rischio di creare una babele normativa e favorire una sorta di esodo verso le Regioni più libertarie. Destano anche preoccupazione i pronunciamenti di singoli magistrati che tentano di riempire spazi lasciati vuoti dal legislatore».
In Friuli Venezia Giulia è già iniziato il dibattito, a metà ottobre, prezzo la Terza Commissione del Consiglio regionale e si vorrebbe concluderlo entro fine anno. Bisogna fare in fretta, si è detto in Commissione, perché la sentenza 242 della Corte Costituzionale – si è spiegato – ha di fatto introdotto il diritto alla morte assistita già nel 2019, ma i casi successivi, tra i quali quello di “Anna” in Friuli-Venezia Giulia, hanno dimostrato che – è sempre la tesi dei sostenitori – c’è bisogno di una legge, perché in troppe situazioni i malati che volevano avviare questa procedura hanno dovuto attendere anni prima di veder riconosciuto il loro diritto. In Veneto il confronto in Commissione comincerà ai primi di novembre, con l’intento di concluderlo entro fine anno. In un caso come nell’altro si è deciso di ascoltare quelli che vengono definiti «i portatori d’interesse ». I vescovi erano intervenuti, in sede di Conferenza episcopale triveneta, già a maggio, richiamando i valori fondamentali e raccomandando prudenza. Adesso scendono di nuovo in campo con un lungo ed approfondito documento di 8.540 battute.