Diocesi
Aquile Randagie
Sulla Resistenza cattolica al nazi-fascismo c’è una storia di cui generazioni di scout italiani sono andate molte fiere, ma che spesso giace sulla seconda pagina di ciò che viene raccontato riguardo a quel periodo storico. È una storia di supereroi, un po’ come gli Avangers, o gli X-Man, solo che quei supereroi sono persone reali: è la storia delle Aquile Randagie. Una storia che inizia a Milano il 22 aprile del 1928.
Quella domenica Milano era spaccata in due: da un lato chi gioiva rinnovando la propria fedeltà al regime fascista, dall’altro una folla di giovani ragazzi che in lacrime portava rassegnata i propri Guidoni e le proprie Fiamme all’Arcivescovo. In quei simboli c’era il loro percorso scout, i momenti preziosi dell’impegno di una vita. Esatto, avete capito bene: lo scoutismo doveva essere cancellato, lo aveva detto una legge.
Quel giorno di fine ottobre del 1922 Giulio Cesare Uccellini, detto Kelly o Tigre, non si presentò in Arcivescovado. No, mentre tutti gli scout piangevamo la fine del proprio impegno giovanile, lui era proprio davanti alla sede dei fascisti, nella cripta della Chiesa di San Sepolcro, per celebrare la Promessa scout di un nuovo novizio.
Fu quello il primo atto di Resistenza di Kelly, che quel giorno pronunciò un discorso fantastico: “Non è giusto e non lo accettiamo che ci venga impedito di vivere secondo la nostra Legge. Legge di lealtà, libertà, fraternità. Oggi, mentre tutti i reparti milanesi vengono sciolti, noi, qui, di fronte alla casa del Fascio, accogliamo una nuova Promessa. Continueremo a cercare nello scautismo la via per servire Dio e la Patria e per diventare persone forti, nel corpo nello spirito. E promettiamo di resistere un giorno in più del fascismo!”.
Kelly aveva un amico inseparabile, un prete, si chiamava don Andrea Ghetti, era noto con il nome di Baden, insieme i due furono i leader di un gruppo di scout disposti a rischiare la vita pur di disubbidire ad una legge ingiusta, pur di tener viva la fiamma dello scoutismo durante il periodo noto come “La Giungla Silente”.
Quel gruppo erano le Aquile Randagie: la Resistenza scout al nazi-fascismo. Furono anni difficili, ne passarono di tutti i colori, furono picchiati diverse volte, rischiarono la vita quasi ogni giorno, ma mai rinunciarono allo scoutismo. Continuarono le proprie attività in modo clandestino tra i monti della Val Codera, e più tardi, dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre del 1943 diedero vita all’O.S.C.A.R. (Opera Scout Cattolica Aiuto Ricercati), grazie a cui espatriarono molti ebrei e rifugiati verso la Svizzera, salvando un gran numero di vite (circa 2.166 espatri e 3.000 documenti falsi stampati).
Nel Dopoguerra lo scoutismo cattolico, prima ASCI e AGI e poi AGESCI, riprese vita dalle ceneri del loro impegno, al motto di “fedeli e insieme ribelli”.
Di fronte a una storia di tale portata storica e valoriale, il giovane Gianni Aureli, regista 37enne esordiente e scout, non ha resistito, e ha deciso di spulciare gli archivi della Fondazione Robert Baden-Powell per farci un film. Il film distribuito dall’Istituto Luce, sarà in sala per tre giorni, dal 30 settembre al 2 ottobre, e tra le varie proiezioni ci sarà pure Livorno.
Il film sarà in prima visione al Cinema-Teatro dei Salesiani a Livorno, il 30 settembre, l’1 e il 2 di ottobre, con due proiezioni al giorno: 18:00 e 21:15, l’ingresso intero sarà di € 5 e il ridotto fino 12 anni di € 4.
Le proiezioni, tra cui quella al Festival di Giffoni, hanno riscosso un discreto successo, e come dice lo stesso regista Aureli «Volevo restituire lo spirito del racconto per ragazzi e anche testimoniare i valori di quel mondo», per questo la visione è caldamente consigliata a un pubblico di ogni età: perché il cinema può offrire una testimonianza importante e più immediata, specie quando mette in luce storie di valore che al grande pubblico sono spesso sconosciute.