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Anche Dio può essere assente se il cuore è arido!
Essere riconoscenti e grati per ogni giorno che ci è donato e viverlo in modo fruttuoso e intensamente: è un peccato sprecare il tempo, fare dei giorni un uso-consumo che non desta alcuno stupore e che non porta a dire grazie, a non donare ai vicini sorrisi, carezze, attenzioni. Eterni innamorati della vita perché capaci di meravigliarsi continuamente del poco e del tanto. Di rondini in volo e del colore unico e sempre diverso di un’alba e di un tramonto. Di una luna che cresce e che cala. Della voce del vento e del mare. Di una natura che parla con le sue stagioni, con il sole e con la pioggia, che incanta senza fare rumore e dona gratuita bellezza. Meravigliarsi della creazione che non sta mai ferma, che cambia con noi. L’ assiduo Innamorato ri-nnova, ri-vede, ri-scopre, ri-genera, ri-comincia. Non sa cosa sia la noia perché adora osare e cerca le sfide, le occasioni, è sempre alla ricerca della bellezza onnipresente e nascosta nelle cose e negli altri e non ancora scoperta. Ecco l’innamorato sa che non si vede bene se non con il cuore! Anche Dio può essere assente se il cuore è arido! Innamorati per amarsi di più e amare di più. E quindi sempre un re-innamorarsi che alimenta la vita e la rende vita vissuta pienamente. Una vita che sa guardare il cielo (l’oltre: “Signore il tuo amore è per sempre!”) per comprendere di più e meglio la terra nella quale bisogna (ben) vivere non in modo ordinario e secondo routine imposte ma governando il nostro agire e facendo dell’ordinario sempre qualcosa di straordinario: costruire itinerari nuovi e significativi per superare la ripetizione dell’identico (che distrugge anche l’amore più solido!). Amatevi l’un l’altro ma non fate dell’amore una catena: lasciate piuttosto che vi sia un mare in movimento tra i lidi delle vostre anime (Gibran).