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Adolescenti inafferrabili
«Per molti la Cresima non è “confermazione” di un cammino di fede, ma segna l’allontanamento dalla Chiesa, come una sorta di “fine dell’obbligo”: liberi tutti!». Difficile non concordare con quanto scrivono nell’incipit del loro ultimo libro don Andrea Lonardo e padre Maurizio Botta, che puntano direttamente al cuore del problema, quella sorta di entropia dell’iniziazione cristiana per contrastare la quale ogni catechista, ogni educatore cerca formule risolutive un po’ come gli antichi alchimisti ricercavano la pietra filosofale. In Adolescenti inafferrabili. Un itinerario per proporre la fede (Itaca, pagine 160, 14 euro) i due sacerdoti – il primo è direttore dell’Ufficio per l’Università della diocesi di Roma e parroco di San Tommaso Moro a Roma, il secondo, oratoriano, è prefetto dell’Oratorio San Filippo Neri e viceparroco a Santa Maria in Vallicella, sempre a Roma – la formula secca non la offrono, perché come la pietra filosofale non esiste, però condensano la loro esperienza sul campo, con intuizioni degne di riflessione. «Una prima cosa importantissima che vorremmo dirvi e che già fa la differenza – scrivono i due – è che il cammino di un gruppo di adolescenti deve essere in fortissima discontinuità con gli anni della catechesi ai bambini, a prescindere dal fatto che essi abbiano già fatto la cresima o la debbano ricevere in quell’età.
Mentre i bambini vogliono subito la risposta alle loro domande, vogliono subito che le loro domande siano prese sul serio, i ragazzi sembrano non porre domande. Qualsiasi itinerario che pretendesse di partire dal far formulare lorole domande sarebbe di per sé stesso fallimentare. Così come fallimentare sarebbe un cammino incapace di intercettare le loro vere domande, quelle che tormentano i loro cuori, e che essi non sanno esprimere. Anche i contenuti imprescindibili sulla Cresima – i doni dello Spirito, la Pentecoste, il Credo – non possono essere calati dall’alto, scolasticamente, ma occorre arrivare ad essi partendo dalle esperienze e dagli ambiti di vita che li assorbono totalmente». E proprio perché parte dagli ambiti di vita – la scuola, la parrocchia, la famiglia, il tempo libero – e da alcuni nodi esistenziali – il problema del male, il rapporto un corpo che non piace, la paura di essere soli – il libro risulta molto più “pratico” che teorico. Con un punto di forza, anche se non è esattamente una novità in questo genere di pubblicazioni: il materiale di lavoro che viene proposto, ovvero «libri, catechesi in audio o trascritte, cariche di spunti, video immediati e capaci di toccare il cuore dei ragazzi senza troppe spiegazioni, di testimoni o realtà da incontrare, blog o siti sempre carichi di contenuti» che costituiscono una preziosa miniera a cui attingere. E non solo a beneficio degli adolescenti. Felice la citazione in esergo al volume, dell’attore e drammaturgo Marco Paolini: «Adulto è il participio passato del verbo adolescere, colui che ha finito di crescere. Io oggi conosco più adulteri che adulti, adulteri a sé stessi ovviamente».